Napoli, ritrova Cavani e punti. Milan, segna sempre Balotelli. Bene Fiorentina

Pubblicato il 17 Marzo 2013 - 18:53| Aggiornato il 12 Ottobre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA –  Giornata interlocutoria con tutte le squadre impegnate in zona Champions vincenti. Trovano i tre punti il Milan in scioltezza, il Napoli con fatica, la Fiorentina con il gioco. Rimandata causa maltempo Sampdoria-Inter. In serata Lazio e Roma.

Napoli-Atalanta 3-2. Cavani (doppietta) e Pandev terminano la rispettiva quaresima da gol (l’uruguagio non segnava dal 27 gennaio, il montenegrino addirittura da ottobre 2012) e il Napoli, battendo a fatica l’Atalanta (3-2) al San Paolo, tiene a distanza il Milan, vittorioso sul Palermo (2-0, doppietta di Balotelli), senza peraltro brillare. Viste all’opera le due ancelle delle magna Juve non sembrano al momento scoppiare di salute. Il Napoli non ha ancora ritrovato smalto e passo da grande squadra, il Milan deve metabolizzare la scoppola del Camp Nou. La lotta resta aperta, in attesa di notizie dalla Lazio, che in serata affronta il Torino. L’Inter salta la trappola genovese con la Sampdoria e ringrazia il maltempo che flagella la Superba. La squadra era stremata e scossa dopo le Stramaccioni potrà ritrovare i suoi al meglio. Anche la Fiorentina tiene il passo delle prime, ma ha piegato un Genoa battagliero solo in 11 contro 10.

Tornando al Napoli, ha faticato moltissimo a piegare un’Atalanta coriacea e come sempre organizzatissima. Il rigore precocissimo trasformato da Cavani avrebbe dovuto spianare la strada al Ciuccio, ma un’autorete grottesca di Cannavaro e un gran numero dell’ex Denis ha cosparso di chiodi la rincorsa ai tre punti. Ha risolto Pandev, tra i giocatori maggiormente criticati da stampa e tifosi. Vittoria a parte, l’impressione è che qualcosa si sia rotto nel giocattolo azzurro. Lo segnalano varie spie di malessere, attorno alla squadra: i gossip sulle presunte avventure galanti di Cavani (che elegantemente non replica e si affida ai gol); il velato desiderio del bomber di emigrare (il Paris Saint Germain è in agguato); i malumori del presidente De Laurentiis per il traccheggiamento di Mazzarri sul rinnovo del contratto (Pioli e Lucescu sono in lista di attesa); e il nervosismo che circola in panchina, segnalato dalle espulsioni di Bigon e Mazzarri nel finale del match con l’Atalanta. La sensazione è che se la qualificazione diretta alla Champions fosse fallita, il divorzio dal tecnico diverrebbe inevitabile.

Milan-Palermo 2-0 Doppio Balotelli (e sono sette gol in sei partite).Difficile considerare ininfluente l’epifania di Supermario nell’economia della squadra rossonera. Sfumato il sogno scudetto, svanita la rincorsa all’Europa, Allegri si concentra sul secondo posto, contendibile al Napoli. Dirimente lo scontro diretto del 14 aprile, a San Siro. Il Milan ci arriverà attraverso due trasferte, a Verona e a Firenze. Il Napoli è atteso da Torino (in trasferta) e Genoa (al San Paolo). Se i punti di differenza in classifica continueranno a essere due, la sfida proporrà al Milan un esito senza alternative. Vincere o accontentarsi di un ruolo da comprimario.

Il Milan affonda il Palermo con qualche patema di troppo, viste le circostanze. Fa tenerezza Sannino che non vuole arrendersi all’evidenza di una classifica che parla di retrocessione. Non poteva realisticamente scattare a San Siro l’eventuale riscossa di una squadra,il Palermo, voltata e rivoltata come un calzino e passata di mano, da un allenatore all’altro, come una cassetta di frutta al mercato. El Shaarawy non ha gradito la sostituzione decisa da Allegri, segno che il ragazzo vive un po’ sui nervi. Il ritorno di Pazzini si impone onde dare respiro a chi ha giocato di più. Allegri detesta il turn over a tavolino,ma dovrà accedervi. L’eliminazione dalla Champions ha riportato a galla la questione della sua permanenza al Milan. Berlusconi si sa cosa pensa di Allegri, lo ha detto in campagna elettorale (“non capisce un c…”) e se ne libererebbe volentieri. Purché riuscisse a sostituirlo con un gran nome. La Roma lo accoglierebbe a braccia aperte, Insomma la situazione è decisamente liquida.

Fiorentina-Genoa 3-2 Montella ha ritrovato la Fiorentina sfacciata che sequestra pallone e gioco all’avversario e magari non capitalizza tutto il lavoro nei sedici metri finali. Questo è il senso del primo tempo contro il Genoa, concluso in vantaggio minimo (Aquiliani si libera con una vistosa spinta di Granqvist, Rizzoli ignora il fallo). Ma dominati da cima a fondo. Nella ripresa, tutta un’altra partita. Ballardini cambia faccia alla sua squadra (fuori Pisano e Tozser, dentro Jankovic e Jorquera) e il Genoa mete fuori la testa dalla tana. Rimonta due volte (Cuadrado per il 2-1, giovandosi di una goffa papera di torva, il secondo di Frey, infortunato), con Portanova e Antonelli, che sta per ricevere la chiamata azzurra di Prandelli. E cade sul più bello, appena rimasto in dieci. Bertolacci, già ammonito, costringe Rizzoli al secondo giallo e viene espulso. Cassani, uno dei molti ex di giornata, infila la sua porta con il più classico degli autogol. E addio Genoa. La Fiorentina gioca alla spagnola – non arrivo a scrivere alla moda del Barcellona – :palleggio insistito, movimenti in sincrono di sei-sette giocatori senza palla. Se non che la difesa, a quattro nella circostanza, balla la rumba ogni volta che affronta avversari pala a terra. Imbarazzante la copia centrale Savic-Gonzales, colpevole in entrambi i gol del Genoa e in balia di Immobile e Jankovic per tutto il secondo tempo. Se davvero vuole puntare al terzo posto, Montella deve sistemare il reparto arretrato.

Siena-Cagliari 0-0 Alla ripresa del campionato, il sabato di Pasqua, il Genoa si giocherà la salvezza ospitando il Siena, che ha pareggiato (0-0) al Franchi contro un temibile Cagliari. Poche le emozioni, forse il Siena ha avuto paura di ripetere la gara perduta contro l’Atalanta. Iachini ha infuso spirito e organizzazione al Siena, ma i valori sono chiari. A tavolino fra Genoa e Siena non ci dovrebbe essere match, Fossimo in Ballardini non ci fideremmo delle apparenze. Il calcio è pazzo. Il Siena ha 25 punti, contro i 26 del Genoa che ha raccolto appena un punto in quattro gare, sebbene rivendichi diversi errori arbitrali a suo danno, contro Palermo, Roma, Milan. E tuttavia sul campo la squadra di Mezzaroma di punti ne ha fatti 31 e dunque vale più di quanto dicano i freddi numeri. Meditate, gente. Meditate.

Pescara-Chievo 0-2. La speranza è l’ultima a morire ma per il Pescara vale il discorso del Palermo, solo i numeri non certificano la retrocessione. Bucchi aveva chiamato i suoi a raccolta per l’estrema occasione di riscatto, che si è conclusa con i due gol incassati nel finale (Stojan e Thereau) da un Chievo che si installa a 35 punti, in zona semitranquilla, con Sampdoria, Bologna e Parma (che però deve giocare a Roma). Il calcio ha una sua onestà di fondo. Chi sa lavorare (vedi Chievo) viene premiato. Chi improvvisa, chi smonta e rimonta il giocattolo a casaccio, alla fine paga dazio. E così sia.