ROMA –Seriali e recidivi come informa Il Sole 24 Ore. Radicati tra gli imprenditori del fotovoltaico, come tra i coltivatori di agrumi, come tra i grossisti dell’abbigliamento, come…Come ovunque, anche nell’industria di cartomanti, astrologhi e maghi vari. Sono gli evasori fiscali totali, sono tanti e vivono insieme, accanto a noi. Insieme e accanto a molti di noi che le tasse da pagare, sì le pagano ma un po’ o tanto se possono “arrotondano”. Loro invece non ricorrono a mezzucci ed espedienti, non fanno la cresta su quanto debbono al Fisco.
Loro sono “totali”: hanno negozi, imprese, case, macchine ma al fisco non risultano e al fisco non danno un euro. E di questa in fondo comoda clandestinità fiscale ne hanno fatto un mestiere, una professione. Professionisti, commercianti, imprenditori piccoli e non, italiani ma non solo. E’ l’identikit degli evasori totali. Quasi 5mila ne ha scoperti la Guardia di Finanza dall’inizio dell’anno: un “botto” quantitativo ma il fragore è ancora maggiore se si va a vedere la “qualità” dell’evasore totale e si scopre che è fatto della stessa medesima stoffa del “cittadino che soffre la crisi”. Perché spesso, molto spesso, l’evasore totale chiede e ottiene l’aiuto del denaro pubblico. E l’ottiene. Anzi, quando lo scopri, lo scopri solo perché sta per incassare denaro pubblico appunto.
In una democratica divisione territoriale la categoria degli evasori totali, quelli cioè completamente sconosciuti al Fisco, è equamente divisa tra Nord e Sud della penisola, da Torino a Latina, da Palermo a Modena. Tra di loro imprenditori, come nel caso torinese citato da La Stampa in cui le Fiamme Gialle hanno “pescato” un’azienda tessile che per frodare il Fisco e non pagare le tasse aveva finto un fallimento. Una finzione in piena regola con tanto di licenziamenti “causa crisi”, di quelli che finiscono sui giornali, con 60 dipendenti lasciati a casa che era, in realtà, un fallimento volto esclusivamente a nascondere i guadagni realizzati in nero e a traslocare ben 24 milioni di euro su una società fittizia creata ad hoc.
E poi professionisti, se così si possono definire, come la cartomante che aveva messo in piedi un call center dove, per sfuggire al gioco della tasse, aveva fatto ricorso alle nuove tecnologie. La veggente/imprenditrice pagava infatti i suoi dipendenti con una carta prepagata Paypal, un sistema usato per i pagamenti on line che le consentiva di non lasciare traccia alcuna dei suoi movimenti bancari risultando così invisibile al Fisco. Le carte però non le hanno svelato che anche così sarebbe andata incontro a pesanti contestazioni.
E ancora commercianti, come i molti “pizzicati” nei controlli a Palermo dove in locali più o meno noti, compresi diversi tenuti da cittadini cinesi, buona parte dei lavoratori era in nero e buona parte della merce era occultata e ovviamente non fatturata. Sino ad arrivare alle ormai “classiche” forme di capolarato e sfruttamento di lavoratori immigrati nelle campagne del Sud. Senza poi dimenticare le nuove frontiere del no profit, scudo dietro il quale nel trevigiano si nascondevano i proprietari di due night club che impiegavano la bellezza di 109 persone assolutamente in nero. E le energie alternative, cioè i “fantasmi” che installano praterie di pannelli fotovoltaici.
Tutte forme e strade per frodare il Fisco, dalle più tradizionali e brutali sino alle più fantasiose, e in questo caso va citato il caso del falsario delle figurine Panini, e tecnologiche. Strade intraprese , stando alle cifre fornite dalle Fiamme Gialle, da non pochi cittadini italiani. Quasi 5mila evasori totali scoperti per un totale di 17 miliardi e mezzo di redditi non dichiarati, 4.933 soggetti individuati che, pur svolgendo attività imprenditoriali o professionali, erano completamente sconosciuti al fisco e hanno usufruito di servizi pubblici che non hanno mai contribuito a pagare intestando spesso beni e patrimoni a prestanome o a società di comodo, 1.771 denunciati per omessa dichiarazione dei redditi, 19.250 lavoratori irregolari di cui 9.252 impiegati completamente in nero, da parte di 3.233 datori di lavoro.
Tanti, tantissimi evasori totali di cui comprensibilmente si celebra la scoperta. Ma nonostante la quantità di evasori totali il nostro sistema fiscale si “accanisce” ed è molto più duro ed efficiente su chi le tasse le paga. La burocrazia italiana infatti, che comprende anche gli istituti preposti al controllo del pagamento delle imposte, è molto più abile ed efficiente nello smascherare i piccoli “errori”, o le evasioni di chi al Fisco è noto. Mentre chi è nell’ombra, chi evade totalmente, chi per il Fisco non esiste o non possiede nulla, tende a poter essere relativamente certo della sua impunità. Chi non paga il bollo auto può essere pressoché certo che prima o tardi il mancato pagamento gli verrà contestato, due night club con 109 dipendenti in nero hanno lavorato tranquillamente per molto tempo prima che la Finanza bussasse alla loro porta. E chi sa quanti ce ne saranno che ancora devono essere smascherati. Forse anche per questo, o magari proprio per questo, come rileva il Sole24Ore, gli evasori totali tendono ad essere seriali e recidivi. Cioè, anche quando scoperti, o comunque dopo aver imboccato la via “dell’anonimato” nei confronti del Fisco, tendono a perseguirla nel tempo.