Ritorna la 124 Spider Fiat. Riciclo non mito come fu il Duetto Alfa Romeo

di Mauro Coppini
Pubblicato il 10 Marzo 2014 - 08:41| Aggiornato il 26 Febbraio 2020 OLTRE 6 MESI FA
Ritorna la 124 Spider Fiat. Riciclo non mito come fu il Duetto Alfa Romeo

Una Fiat 124 Spider. Non poteva essere un mito

Ritorna la 124 Spider? Fu davvero un mito, come ha scritto il Corriere della Sera, sempre più della Fiat, la stessa dove la 124 e la sua versione spider nacquero?

Non sono molti i costruttori che possono vantarsi di avere nella propria storia modelli entrati nel mito. Ben inteso non si entra nel mito solo per eccellenza tecnica o talento stilistico ma piuttosto per la capacità di un semplice prodotto meccanico di trasformarsi nello sfondo di una miriade di scene di vita quotidiana fino ad inserirsi stabilmente nel patrimonio dei ricordi di ognuno di noi.

Proprio per questo è difficile, se non impossibile, costruirli a posteriori. Per l’impossibilità di replicare quella molteplicità di episodi che li hanno visti protagonisti perché nel frattempo è cambiato il contesto e, di conseguenza, l’atteggiamento dello spettatore. Rivedere oggi il Duetto dell’Alfa Romeo nel film Il laureato non comunica le stesse emozioni di allora né nelle vecchie generazioni, vittime di una nostalgia fine a se stessa, né in quelle nuove. Per questo definire un mito una onesta spider come la Fiat 124 che mito non è mai stata, è terribilmente azzardato.

Soprattutto quando per costruirle una referenza è costretta a sostituire Holliwood con Cinecittà, il Laureato con un più popolare “musicarello” e Dustin Hoffman con un acerbo Gianni Morandi. L’evocata comparsata della 124 spider in un B-Movie (Chimera) degli anni 70, insomma, è davvero troppo poco per entrare nel mito.

Sergio Marchionne non la pensa così e si lancia nella difficile operazione. Che sa più di un riciclo di un progetto portato avanti controvoglia che di una appassionata rilettura della storia di una marca. Ma quale marca? Perché l’auto della quale parliamo è quella in corso di realizzazione dalla Mazda. Una riedizione della MX-5, la popolare Miata che, almeno all’inizio del progetto, avrebbe dovuto essere successivamente personalizzata, grazie all’adozione di un motore e di appropriati stilemi dell’Alfa, per riproporre il mito, quello vero, della Duetto. Il mitico osso di seppia, regalo di laurea di un frastornato Dustin Hoffman nel laureato. Ma con il tempo il rilancio del marchio del Biscione ha cambiato strategia.

Perché dall’ipotesi di una Alfa Romeo svincolata da una asfissiante identità nazionale si è passati alla mitizzazione delle radici italiane del marchio. A quel punto affidarne il rilancio ad un costruttore giapponese diventava imbarazzante. Ma gli accordi vanno comunque onorati. Un mito vale l’altro deve essersi detto Sergio Marchionne ed il tempo sarà pure galantuomo ma quanto a memoria lascia parecchio a desiderare, ed allora ecco la soluzione. La Miata “alfizzata” si trasforma d’incanto nella nuova 124 Spider.

Il vantaggio di essere a capo di una azienda che ha doppiato il secolo di vita ha pur sempre i suoi vantaggi. È facile pescare nella memoria, anche per chi la memoria non ce l’ha. E siccome è sempre meglio lasciare una porta aperta nel caso di ulteriori cambiamenti di rotta ecco in sintesi la formula vincente che è quella espressa in un recente cinepanettone dove a domanda si risponde: “Certamente si, ma anche no!”. Declinata in questo caso come “quando avremo definito la sua forma stilistica gli daremo un marchio ed un nome”. E l’immagine di marca? Così e se vi pare. Anche questo è “Made in Italy”.