Elezioni in Sardegna, il pendolo torna a Sinistra? Salvini rifletta, il Sud…

di Salvatore Sfrecola
Pubblicato il 22 Gennaio 2019 - 13:16 OLTRE 6 MESI FA
Elezioni in Sardegna, il pendolo torna a Sinistra? Salvini rifletta, il Sud...

Elezioni in Sardegna, il pendolo torna a Sinistra? Salvini rifletta, il Sud… (Foto Ansa)

ROMA – Elezioni in Sardegna, 20 gennaio 2018, il pendolo torna indietro? Un seggio torna dal Movimento 5 stelle al Pd. Salvatore Sfrecola, in questo articolo pubblicato anche su Italia Oggi, osserva che si tratta di “un segnale che non va trascurato”.

Le elezioni suppletive di domenica in Sardegna hanno decretato la sostituzione del parlamentare del M5S Andrea Mura, espulso dal Movimento dopo un’aspra polemica sulle sue assenze alla Camera, e dimessosi da Montecitorio, con un esponente del Partito Democratico, Andrea Frailis, giornalista, storico anchorman della tv del Gruppo Unione Sarda.

Questo risultato induce ad alcune riflessioni, quanto alla percentuale dei votanti, e alla vittoria di un esponente della sinistra. L’affluenza ai seggi è stata estremamente modesta (15,6), crollata di quasi 52 punti, e questo dimostra, considerato anche il periodo, che certamente non invogliava a correre sulla spiaggia, che c’è una grande disaffezione rispetto al voto, consueta nell’Italia meridionale e nelle isole i cui abitanti, sempre pronti a lamentarsi della politica, sono tuttavia restii ad impegnarsi anche al minimo livello, qual è il voto elettorale. Ma certamente il crollo delle presenze nelle dimensioni registrate è preoccupante.

Sotto altro aspetto, la vittoria di un esponente della sinistra, a prima lettura, dimostra che l’elettorato, il quale il 4 marzo 2017 aveva espresso una protesta diffusa nel centro-sud e nelle isole assicurando molti consensi al M5S ha una consistente componente di sinistra. Sicché quando qualcuno di noi ha osservato che la politica del governo, indotta dalla partecipazione dei 5 Stelle, non avendo perseguito effettivi obiettivi di crescita e di sviluppo dell’economia, anche locale, avrebbe contribuito a restituire fiato al partito di Renzi, nonostante versi in uno stato pressoché comatoso, aveva visto giusto.

Il risultato significa anche che la politica del Governo non riscuote, in quell’ambito territoriale, un significativo consenso perché, altrimenti, i pentastellati avrebbero mantenuto il seggio con un altro esponente, avendo puntato su Luca Castili, ingegnere, già assessore al Comune di Carbonia. Ne consegue che i partiti del Centrodestra, e soprattutto la Lega, che sta crescendo nei sondaggi, devono riflettere su questo segnale che proviene dalla Sardegna perché, ove il Partito Democratico ritrovasse una leadership credibile potrebbe erodere voti al M5S, recuperarne altri e contestualmente far emergere in alcuni ambienti di Forza Italia, che hanno dimostrato interesse per una alleanza con un PD rinnovato e tendente al centro, il desiderio di prendere le distanze dal partito di Matteo Salvini.

I sondaggi sono indicativi certamente dell’umore dell’elettorato in un determinato momento ma non sono stabili e non assicurano nel tempo il mantenimento del trend. È una riflessione che deve fare il leader della Lega il quale certamente guadagna di giorno in giorno consensi in un’Italia che per troppo tempo ha sofferto dello scarso rispetto delle regole e della insufficienza della sicurezza interna. Questa situazione dovrebbe consigliare Salvini ad accentuare la pressione sulla necessità di un grande investimento pubblico capace di assicurare crescita e occupazione in un contesto nel quale i segnali di una recessione che, è vero, riguarda l’intera Europa e forse anche gli Stati Uniti, è certamente più preoccupante per il nostro Paese che proviene da un lungo periodo di scarsa crescita del prodotto interno lordo. 

Dove “scarsa” è un eufemismo, considerato che siamo costantemente il fanalino di coda dell’Unione Europea. Il leader della Lega non può trascurare, infatti, che proprio nelle aree dove maggiormente riceve consensi ed in quelle del centro-sud dove sta dimostrando di saper recuperare adesioni, la necessità di una politica di sviluppo che assicuri una concreta e stabile occupazione deve essere perseguita con impegno e celerità perché quella è l’unica strada, già sperimentata altrove, che consenta a questo Paese di stare in pista. E siccome la Lega ha voluto intestarsi la responsabilità governativa del turismo, affidandola ad un parlamentare di esperienza e sicuramente di buona volontà, come il Ministro dell’agricoltura, Gianmarco Centinaio, la strada è tracciata e l’impegno deve essere forte. L’unione del turismo all’agricoltura è stata, del resto, una scelta intelligente, considerato che l’ambiente ha un ruolo fondamentale nell’attrattiva turistica italiana insieme allo straordinario patrimonio storico artistico. 

È un settore, quello del turismo, sul quale occorrerebbe investire di più, soprattutto nel meridione e nelle isole che, insieme all’arte e all’archeologia, presentano una natura particolarmente attraente non solo per i tour tradizionali ma anche per i soggiorni che già assicurano un rilevante concorso all’economia di quelle regioni dalle condizioni climatiche particolarmente favorevoli. Tuttavia è necessario migliorare le strutture ricettive alberghiere e della ristorazione che in molte realtà sono sicuramente meno appetibili di quelle che si riscontrano nei paesi nostri concorrenti, dalla Grecia alla Spagna. Da ultimo, questi riferimenti al turismo non possono non portare alla considerazione che questo è un settore dell’economia nel quale la presenza dell’uomo non può essere sostituita da sistemi informatici o robotici. Andrebbe tenuto conto anche questo aspetto se si vuole incentivare l’occupazione. E non solo al Sud, in un Paese per il quale il turismo è da sempre una componente essenziale dell’economia.