Università, ritorno al passato 68ino, ostaggio di bande violente, a Roma e Napoli

di Bruno Tucci
Pubblicato il 17 Marzo 2024 - 07:11
Università, ritorno al passato 68ino, ostaggio di bande violente, a Roma e Napoli,

Università Sapienza, protesta anti Parenzo

Vietato parlare all’università. Che tipo di democrazia è mai questa se a due giornalisti si impedisce di intervenire durante una conferenza  a Roma e alla Federico II di Napoli? Eppure è successo: prima al conduttore di un programma televisivo, David Parenzo (stavolta a Roma) , poi al direttore di Repubblica, Maurizio Molinari.  Tra spintoni, urla e minacce, tutto è stato rimandato per colpa di un gruppo di universitari che invece di studiare e programmare la loro vita preferisce far baccano e incendiare gli atenei.

“Qui i sionisti non parlano”, hanno gridato nei corridoi della facoltà di ingegneria. Prima Parenzo, una manciata di giorni fa, poi Molinari a distanza di poche ore hanno dovuto “arrendersi”. Desta scalpore soprattutto il fatto che tutto ciò sia avvenuto contro due giornalisti che non appartengono in nessun modo a quella che si considera la destra neo fascista. Parenzo è il conduttore di un programma che va in onda su La7 che non si può proprio considerare un pericoloso conservatore. Molinari è il direttore di un giornale, La Repubblica, che non si può ritenere  vicino alle idee della maggioranza di governo. 

Per quale motivo, allora, gli è stato impedito di  esprimere il loro parere su una guerra che sta sconvolgendo il Medio Oriente infiammando pure il resto dell’Europa e del mondo intero? E’ molto di moda negli ultimi tempi essere a favore della martoriata Palestina. Secondo i dati del ministero degli Interni  tra la fine di gennaio e le prime settimane di marzo, sono stati oltre mille i cortei che hanno avuto come tema la strage della popolazione di Gaza. Nessuna la nega, nessuno dice che questo conflitto sia voluto dal resto del mondo. Va bene, ma che cosa c’entra tutto questo con l’impedire di parlare a persone che forse (ripetiamo forse) la pensano in maniera diversa?

La realtà purtroppo è una sola: Parenzo e Molinari sono due ebrei, quindi non possono intervenire. Questo vuol dire vivere in un paese democratico, in una repubblica che ha un suo Parlamento con senatori e onorevoli eletti direttamente dal popolo? Giustamente e senza perdere un minuto di tempo è intervenuto sull’increscioso episodio il presidente Mattarella: “Bandire dalle università la tolleranza”, ha detto alzando il tono della voce.

Parole sacrosante che dovrebbero dare la possibilità alle forze dell’ordine di intervenire nel caso in cui la protesta vada oltre i limiti. Per Parenzo e Molinari non c’e’ stato alcun bisogno di fare cariche per disperdere i dimostranti. Però, entrambi hanno perso perché il loro intervento è stato rimandato per motivi di ordine pubblico. Invano, il conduttore televisivo, ma soprattutto il direttore di Repubblica hanno chiesto agli esaltati giovani di discutere, di confrontarsi, di ascoltare il perché del loro dissenso. Niente da fare: nessuna possibilità di fare marcia indietro e di poter dialogare.

Ciò che lascia perplessi è il silenzio della sinistra dinanzi a questi due episodi. Molti giornali e reti tv hanno espresso la loro solidarietà, ma i Fratojanni, i Bonelli, la stessa Schlein non hanno aperto bocca. Per quale ragione, ci si potrebbe chiedere? Perchè anche dinanzi ad una guerra che sta provocando migliaia di morti, nel nostro bel Paese si sono subito create due fazioni, i Guelfi e i Ghibellini.

I primi a difendere Israele ricordando l’improvvisa invasione del 7 ottobre con decine di ostaggi che sono ancora prigionieri di Hamas; gli altri a deplorare la reazione di Tel Aviv che non si è fermata nemmeno dopo la presa di posizione deglli Stati Uniti e di altri Paesi che invocano a gran voce la pace.

Tutto giusto, tutto sacrosanto per arrivare ad un cessate il fuoco. Ma perché allora in diversi Paesi europei si continuano a fare manifestazioni di protesta solo in favore della Palestina? Da noi gli animi di certi giovanotti travolgono i paletti della democrazia e addirittura impediscono a due autorevoli esponenti dell’informazione di esprimere il loro parere. Dopo aver sentito le loro parole? No, ancora prima. Per principio. I sionisti, appunto,  debbomo stare zitti e basta.