Rom musulmani sgozzano capretto in strada: assolti

Rom musulmani sgozzano capretto in strada: assolti
Rom musulmani sgozzano capretto in strada: assolti

GENOVA – Sgozzano un capretto in strada, lo appendono a testa in giù e lo lasciano morire dissanguato. Ma siccome faceva parte di un rito religioso musulmano i due rom che l’hanno eseguito sono stati assolti dall’accusa di maltrattamenti sugli animali. E’ quanto ha stabilito la Corte d’Appello di Genova, ribaltando la sentenza di primo grado.

Come sottolinea Matteo Indice su La Stampa, da questa sentenza emergerebbe che non c’è “un limite alla pena che si può infliggere agli animali in nome della religione”. Secondo i giudici, insomma, “la spiritualità degli umani prevale sul dolore degli animali”. 

Gli stessi giudici hanno ribadito che la legge non tutela l’animale in sé, ma “il sentimento di pietà degli uomini nei suoi confronti”. Quindi se quest’ultimo non viene intaccato, come nel caso di un’uccisione cruenta a fini religiosi, si ha in “carta bianca”.

Spiega nelle sue motivazioni il giudice Mauro Amisano:

“L’ipotesi di crudeltà verso gli animali presuppone concettualmente l’assenza di qualsiasi giustificabile motivo, poiché la crudeltà è di per sé caratterizzata dalla mancanza di un motivo adeguato e da una spinta abietta e futile. Però una pratica come il sacrificio rituale musulmano, che è di per sé crudele se parametrata alla sofferenza inflitta, non può essere considerata illecita poiché esplicitamente ammessa per il rispetto dell’altrui libertà religiosa, e quindi non lesiva del comune sentimento di pietà. Il limite allo svolgimento di queste pratiche è quello della necessità, nel senso che la macellazione senza stordimento preventivo della vittima è consentita solo ed esclusivamente nel contesto d’un rito religioso, com’è avvenuto nella fattispecie”.

Questo nonostante le guardie zoofile che avevano assistito al “rito” abbiano sottolineato le sevizie a cui l’animale è stato sottoposto. Ma la sentenza è questa, ed è passata in giudicato.

 

 

 

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