Albania, proteste e sciopero della fame davanti alla sede del Governo

Pubblicato il 30 Aprile 2010 - 22:40 OLTRE 6 MESI FA

Sali Berisha

Alcuni parlamentari dell’opposizione di sinistra in Albania e circa 200 cittadini iniziano dalla sera del 30 aprile uno sciopero di fame davanti alla sede del governo a Tirana per chiedere alla maggioranza del premier Sali Berisha di autorizzare un’inchiesta sulle elezioni politiche del giugno del 2009 e una riconta dei voti. Lo hanno confermato all’Ansa fonti vicine al direttivo del Partito socialista mentre una folla di manifestanti si è già radunata davanti alle sede del governo.

La decisione è stata presa dal gruppo parlamentare socialista dopo una manifestazione organizzata dall’opposizione guidata dall’attuale sindaco di Tirana Edi Rama. Migliaia di cittadini (200 mila secondo gli organizzatori, alcune migliaia secondo esponenti della maggioranza) hanno risposto all’appello dell’opposizione. “Siamo qui per aprire una nuova pagina della nostra battaglia che non si fermerà fino a quando non sarà possibile fare trasparenza sulle elezioni”, ha dichiarato davanti alla folla Rama.

I socialisti che lo scorso febbraio, dopo sei mesi, hanno interrotto il lungo boicottaggio del parlamento, insistono sulla costituzione di una commissione d’inchiesta sul voto dello scorso giugno che “abbia la possibilità di riaprire anche le urne”. La maggioranza del premier Sali Berisha invece considera simile richiesta ‘anticostituzionale”.

Ripetuti appelli della comunità internazionale – Unione europea e Stati Uniti – per una ripresa del dialogo fra le parti non sono riusciti ad avvicinare le parti verso un accordo a detrimento, secondo l’opinione comune, dell’avvicinamento dell’Albania all’Europa. “Non siamo noi ad ostacolare l’integrazione europea, anzi la nostra è una battaglia per un’Albania europea”, ha ribadito Rama. Il governo di Berisha intanto ha annunciato per domani 1 maggio un mega concerto, a poche centinaia di metri dal luogo dove i parlamentari dell’opposizione hanno scelto di attuare lo sciopero di fame.