ROMA – La cantante russa che si è vista vietare l’ingresso in Ucraina perchè “ha già cantato in Crimea“. Il deposito di armi più grande dell’Ucraina fatto saltare in aria, probabilmente da un drone russo. Un ex deputato russo ucciso a Kiev. Tre eventi, tre anelli, tutti accaduti in meno di 24 ore e tutti che fanno parte della stessa catena di guerra, quella tra Russia e Ucraina. Mai del tutto spenta, anche se recentemente sembrava essersi lievemente assopita.
Il primo anello di questa catena, o almeno di questa ultima parte di catena, è stato agganciato mercoledì 22 marzo, giorno in cui Kiev ha deciso di vietare l’ingresso in Ucraina per tre anni a Yulia Samoilova, la cantante pop disabile di 27 anni nominata dal Primo Canale rappresentante della Russia all’Eurovision Song Contest, che si terrà proprio nella capitale ucraina dal 9 al 13 maggio. Lo riferisce l’agenzia russa Tass, che cita la portavoce dell’SBU, i servizi di sicurezza ucraini. Per l’Ucraina Samoilova è “colpevole” di aver cantato in Crimea nel 2015 per celebrare l’annessione della penisola alla Russia, violando il decreto governativo ucraino che richiede ai cittadini stranieri “un permesso speciale per visitare il territorio della penisola”.
Passa poco, neanche 12 ore ed ecco il secondo anello. Il più grande deposito di armi di tutta l’Ucraina (138mila tonnellate di munizioni) viene fatto saltare in aria. Esplosioni multiple nella notte, ma il governo ucraino fa sapere che prima delle esplosioni sono stati uditi dei rumori di oggetti in volo, come dei droni. E il sospetto che siano stati i russi, secondo i servizi segreti ucraini, viene automatico. Anche perchè, come spiegato, non si tratta di un deposito qualsiasi, bensì di uno strategico.
Passa poco, neanche un paio d’ore, ed ecco il terzo anello di questa recente catena di guerra. Alcuni sconosciuti hanno aperto il fuoco nel centro di Kiev e hanno ucciso due persone. Tra queste, secondo il capo della polizia della capitale ucraina, figura l’ex deputato della Duma russa Denis Voronenkov, ex parlamentare dei Comunisti fuggito in Ucraina in seguito a un procedimento penale aperto nei suoi confronti in Russia. Voronenkov una volta stabilitosi a Kiev aveva criticato aspramente le autorità russe e testimoniato al processo contro l’ex presidente Yanukovich. Chi è stato? Secondo gli ucraini sempre i russi. Secondo i russi invece…gli ucraini. Tre anelli che è impossibile siano scollegati tra loro.