Gran Bretagna, duello in Tv: Clegg tiene, bene Cameron, Brown arranca

Pubblicato il 23 Aprile 2010 - 00:41 OLTRE 6 MESI FA

Un momento del match televisivo

Stavolta è stata più dura ma Nick Clegg sembra essere uscito bene anche dal secondo faccia a faccia televisivo con il candidato conservatore David Cameron e quello laburista Gordon Brown.

Il Guardan, ad esempio, parla di un Clegg “sopravvissuto” mentre il Times accredita un leggero vantaggio a Cameron. Su di una cosa i quotidiani britannici sono concordi: Gordon Brown è indietro e difficilmente riuscirà a recuperare lo svantaggio. I sondaggi fatti alla fine del secondo dibattito tv tra i leader dei tre maggiori partiti, mostrano che per gli elettori – più indecisi che mai – è un testa a testa tra lui e David Cameron. Per l’istituto YouGov, che ha fatto un sondaggio istantaneo per il Sun, David Cameron ha vinto il dibattito con il 36% dei consensi; segue Nick Clegg con il 32% e Gordon Brown con il 29%. Ma per il rilevamento di Comres per ITV Clegg ha vinto di misura con il 33%, contro il 30% ex aequo di Brown e Cameron.E alla domanda su chi votereste alle prossime elezioni: il 36% ha detto Lib Dem, il 35% Conservatori, il 24 Labour.

Ad osservarli ed ascoltarli, Clegg è apparso decisamente il meno rigido e il più aggressivo, Cameron il più generico, e Brown, senza dubbio, il meno incisivo. Anche se il suo “get real” (“renditi conto della realtà”) sul tema difesa verso Clegg è apparso decisamente pungente.

Insomma nella notte della sua prova del fuoco, dopo essere diventato il fenomeno di questa campagna elettorale, Clegg è dovuto tornare con i piedi per terra, perché stavolta il match é stato più duro, sin dall’inizio, e ha funzionato meno la sua strategia di attacco della “vecchia politica” degli avversari. Nel match in diretta dall’Arnolfini Centre di Bristol, le scintille sono volate subito, soprattutto su Europa (il tema predominante era la politica estera) ed immigrazione.

L’Europa è stata l’argomento della prima domanda dal pubblico, e le distanze non potevano essere più nette. Per Cameron, la Gran Bretagna deve restare in Europa, ma con i conservatori non entrerà nell’euro, aggiungendo che il Regno deve riportare poteri dall’Ue a Londra. “Dobbiamo stare nell’Europa, ma non essere guidati dall’Europa”, ha detto Cameron. Pronto l’europeista Clegg: “L’Ue non è certo perfetta, ma da soli siamo più deboli, uniti siamo più forti”. Simile la posizione di Brown, che insieme a Clegg ha attaccato il leader Tory per le sue alleanze con “estremisti” (Clegg ha parlato di “pazzi ed omofobi”) in Europa.

Domanda anche sulla visita del Papa in Gran Bretagna, prevista per settembre: Gordon Brown, David Cameron e Nick Clegg sono tutti pronti a dare il benvenuto a Benedetto XVI, ma con diversi accenti. Clegg ha ricordato di non essere credente, ma ha sottolineato che la moglie, di nazionalità spagnola, lo è, che i suoi figli vengono educati in quella fede e di “conoscere il tormento di molti cattolici”. “Accolgo con favore la visita del papa, ma la chiesa deve riconoscere di più la terribile sofferenza, provocata, non si può cancellare le tragedie del passato, ma si può attuare un processo di apertura”, ha detto Clegg.

Il conservatore Cameron ha ammesso di non condividere le opinioni del Pontefice su molte questioni, dalla contraccezione, all’aborto alla ricerca scientifica, mentre Brown ha sottolineato i passi avanti fatti dai laburisti per i diritti degli omosessuali e le unioni gay e si è detto contrario alla posizione del Papa riguardo nalla contraccezione e la ricerca.

Duello anche sull’immigrazione: la proposta di Clegg di introdurre una sanatoria per i clandestini, permettendo a coloro che sono riusciti ad entrare illegalmente sotto i laburisti di diventare regolare e di pagare le tasse nel Regno, è stata subito criticata da Gordon Brown secondo il quale un piano simile non farebbe altro che incrementare l’immigrazione illegale. Cameron ha invece enfatizzato la crescita del numero di immigrati dalla salita al potere dei laburisti e si è staccato da Clegg e da Brown affermando la necessità di introdurre un limite massimo al numero di immigrati, sia extracomunitari, sia dai nuovi Paesi Ue. E il parlamento ‘appeso’ e la possibilità di dover fare coalizioni? Tutti, com’era prevedibile si sono mantenuti sul vago. E poi pensioni, difesa e ambiente a dividerli.

L’appuntamento ora è per l’ultimo match, in programma il 29 aprile. Quel giorno, con tutta probabilità, si deciderà il vincitore delle prossime elezioni che, ad oggi, appaiono più incerte che mai.