E’ morto “Nano” Bignasca, il “Bossi svizzero” che odiava gli italiani

Pubblicato il 7 Marzo 2013 - 12:48| Aggiornato il 8 Settembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

LUGANO, SVIZZERA – Giuliano Bignasca è morto nella notte tra il 6 e il 7 marzo in Svizzera, nella sua abitazione di Canobbio (Lugano). Deceduto a 67 anni, fondatore e leader della Lega dei Ticinesi, Bignasca è stato politico e  personaggio di un certo peso e di sicura riconoscibilità anche grazie a una fama di leader ruvido e scostante. I suoi no ai banchieri elvetici come ai frontalieri italiani, ne hanno fatto una sorta di Bossi svizzero.

Titolare con il fratello di un’impresa di marmi e sassi, Giuliano soprannominato “Nano” Bignasca nel 1990 aveva fondato il settimanale Il Mattino della Domenica, che ha posto le basi del movimento Lega dei Ticinesi, nato appunto sull’onda della Lega Nord di Bossi. A stroncarlo, con ogni probabilità, è stato un attacco di cuore, anche se si attendono le evidenze dell’autopsia.

Qualche anno fa Bignasca aveva ammesso di aver fatto uso di cocaina, anche perché il suo nome venne fuori in una storia di presunti contatti con trafficanti internazionali di stupefacenti. La procura di Reggio Calabria lo interrogò per questo. La notorietà di Bignasca è comunque legata alla sua attività politica dichiaratamente “anti-italiana”, con la quale ha trascinato il suo movimento al primo posto dei consensi nella Svizzera italiana.

Nel 2010, grazie alle sparate anti-italiane era arrivato al 26%. Nel 2011 la Lega Ticinese era riuscita imporre il blocco per oltre un anno delle tasse trattenute sulle buste paga dei frontalieri e che la Svizzera deve girare al governo italiano. Mai e poi mai avrebbe messo piede al di là del confine, rifiutava qualsiasi rapporto con l’odiata Italia, anche se di notizie contrarie ne son fiorite a mazzi.