Ue: allarme recessione, ora puntare su crescita

Pubblicato il 3 Gennaio 2012 - 18:09 OLTRE 6 MESI FA

BRUXELLES – I rischi di recessione nel 2012 per alcuni Paesi della zona dell'euro sono reali e per farvi fronte bisogna accompagnare le misure per la riduzione del deficit a politiche di rilancio della crescita.

Dopo avere battuto per tutto il 2011 sul tasto del rigore, la Commissione Ue apre il 2012 chiedendo un'accelerazione della crescita perche' – spiega il suo portavoce – ''non si risolve la crisi solo insistendo sul calo della spesa e sulla riduzione del deficit''. Non sara' un cambio di strategia, come si affretta a precisare Olivier Bailly, ma di certo l'allarme per gli effetti recessivi delle manovre 'lacrime e sangue' varate nei paesi piu' a rischio spinge Bruxelles a mettere ora una maggiore enfasi sulla crescita, dopo avere ottenuto dagli stati membri impegni per riportare i deficit in pareggio e ridurre il debito pubblico.

Il tasso di crescita previsto per la zona dell'euro nel 2012 e' al limite della sopravvivenza: +0,5%. Una soglia non intoccabile. ''Alcuni stati membri – dichiara Bailly – saranno probabilmente costretti a rivedere al ribasso le loro previsioni di crescita, perche' troppo positive''.

Bruxelles non indica nomi. Probabile che si parli di Spagna (che ha appena notificato alla Commissione che il suo deficit volera' oltre l'8% del Pil anziche' al 6% come sperato) che prevedeva una crescita dello 0,7%. Ma anche la Germania, penalizzata dalla crisi dei consumi nei paesi in cui esporta i suoi prodotti, potrebbe non essere in grado di tenere l'obiettivo di una crescita dello 0,8%. E anche la Francia potrebbe essere costretta a rivedere la stima dello 0,6%. L'Italia e' gia' considerata in zona recessione, con un aumento del Pil previsto allo 0,1% nel 2012.

L'euroesecutivo sta lavorando con il presidente della Ue Herman van Rompuy alla preparazione del Vertice del 30 gennaio prossimo, che sara' dedicato ufficialmente alle politiche di sostegno alla crescita e alla creazione di occupazione. Una sorta di fase due a livello europeo che dovra' essere basata – secondo Bruxelles – su politiche lungimiranti, per l'avvenire. ''I governi devono fare scelte intelligenti, scelte per il futuro'', afferma il portavoce, chiedendo ai governi di non tagliare il sostegno pubblico all'innovazione, alla ricerca e alla formazione, cosi' come di fare investimenti in energia pulita ed economia verde. Spese per il domani, per chi gia' guarda al dopo crisi.

Resta comunque altissima l'attenzione sulle politiche del rigore. Bruxelles prende atto con ''rammarico'' dell'incapacita' della Spagna di mantenere il target del 6% di deficit, che volera' ad oltre l'8%, anche se loda il pacchetto di misure approvato da Madrid definendolo ''significativo ed equilibrato''. Per la Grecia, annuncia che a giorni riprendera' il negoziato tra Fmi, Eurogruppo ed Atene per studiare il secondo programma di aiuti. ''Non esistono piani che considerano l'uscita di uno Stato membro dalla zona dell'euro nel 2012'', viene ribadito nei palazzi comunitari.