Ue. Fazio: “Farmacie on-line? E’ possibile”

Pubblicato il 5 Luglio 2010 - 15:40 OLTRE 6 MESI FA

Ferruccio Fazio

L’Italia  sbarca a Bruxelles per il Consiglio dei ministri della Salute europei, sotto la neopresidenza Belga dell’Unione Europea, con tutta l’intenzione di ammorbidirsi su alcuni argomenti in discussione, anche se in via del tutto informale, proprio in sede comunitaria. Tra i più scottanti la questione delle farmacie on-line.

L’Italia fino a oggi aveva dimostrato una netta chiusura a questo argomento. Ma ministro Ferruccio Fazio al suo arrivo a Bruxelles ha spiazzato i giornalisti con : ”Non escludo l’ipotesi che anche l’Italia, a fronte di precise garanzie, possa dare via libera alle farmacie on-line, solo ed esclusivamente per la vendita di farmaci senza ricetta”.

Un possibile via libera a fronte di precise garanzie, alle farmacie online per la vendita di medicinali senza ricetta, fa scatenare il presidente della Federazione italiana degli Ordini dei farmacisti (Fofi):  “Il mercato dei farmaci online è rischioso: non bisogna dimenticare che il fenomeno della contraffazione e quello dell’abuso passa sostanzialmente attraverso il web. Quindi, in questo campo, tutte le cautele sono di rigore”.

I farmacisti? ”Non li ho consultati”, risponde il ministro per la salute Ferruccio Fazio, alle domanda dei cronisti a Bruxelles, dopo l’annuncio ”di non escludere l’ipotesi che anche l’Italia, a fronte di precise garanzie, possa dare via libera alle farmacie on-line, solo ed esclusivamente per la vendita di farmaci senza ricetta”.

Al riguardo, il ministro ha ancora spiegato: ”Adesso, ma anche in passato, ho avuto molto pressioni per allinearci sulle posizioni della maggioranza degli altri Stati membri. Tutto sommato stiamo valutando una posizione più moderna: quella di aprire probabilmente ai farmaci senza ricetta”. Sulla questione, il Parlamento europeo si pronuncerà il prossimo novembre in sessione plenaria.

”La posizione prevalente è di apertura e vorrei ricordare – ha proseguito Fazio – che alcuni paesi come la Gran Bretagna hanno già delle farmacie on line regolate dalla legislazione nazionale. Noi non le abbiamo, ma per i farmaci non prescrivibili potrebbe essere una soluzione”. Del resto, ha proseguito il ministro, questa misura si porta dietro dei meccanismi di anticontraffazione, quindi di sicurezza”, che potrebbe indurci a modificare la nostra posizione di totale chiusura, ma solo – ribadisce – per i farmaci non prescrivibili”.

Anche in Italia si sta diffondendo il fenomeno dell’uso di internet ”per la ricerca di farmaci e diagnosi, soprattutto per malattie gravi, anche se in modo comunque molto limitato rispetto a quanto avviene negli Stati Uniti. Il fatto di poter contare praticamente sempre sul consiglio gratuito del medico di famiglia e’ un buon deterrente”. Cosi’ Claudio Cricelli, presidente della Società italiana di medicina generale (Simg), commenta i dati di uno studio Usa secondo cui è in crescita il numero dei pazienti ‘web-dipendenti’.

”Generalmente se il paziente e’ rimasto poco convinto da quanto gli ha detto il medico di famiglia – spiega Cricelli – allora può darsi che cerchi informazioni su internet. Ma questo vale per la medicina convenzionale”.

Se si tratta invece di benessere, integratori e medicine alternative, ”allora in questo caso c’è più gente che ricorre al fai da te, arrivando ad acquistare anche farmaci su internet. Ma si tratta comunque di una percentuale limitata di persone. Il nostro Ssn rappresenta un buono scudo”. Il pericolo invece c’è ”se si tratta di malattie gravi, come ad esempio il cancro – aggiunge – perché in caso la tentazione di soluzioni miracolistiche può esserci. Spesso quello che la gente ‘compra’ su internet sono delle false promesse di cura o di guarigione, che poi non arriva: cosa che stimiamo accada per lo 0,5-1% della popolazione. In questo caso il danno è dato dalla mancata terapia, perché quando si ha una malattia progressiva, il tempo è prezioso”.

L’invito dei medici è dunque quello di diffidare di terapie incerte o fantasiose, conclude Cricelli, ”perché così può succedere che non ci si curi come si dovrebbe”.