Acqua di Lourdes per il Governo? “Non servirà”: Enrico Letta incauto su Twitter

Pubblicato il 30 Settembre 2013 - 06:35 OLTRE 6 MESI FA

 

“L’acqua di Lourdes non ha funzionato” e non ha aiutato il Governo delle larghe intese presieduto da Enrico Letta, stando a quanto riferisce su Repubblica Filippo Ceccarelli : 

 

Acqua di Lourdes per il Governo? "Non servirà": Enrico Letta incauto su Twitter

Enrico Letta: un po’ d’acqua di Lourdes forse gli sarebbe servita

“Nell’ennesimo Twitter, il giovane premier [Enrico Letta] ne aveva anche posto in visione la boccetta, dono di un anonimo amico e a suo modo spiritoso: «Penso che ce ne sarà bisogno» aveva spiegato Enrico Letta e a riflettere bene su quelle parole vengono i brividi al pensieri di in che mani siamo.

Osserva Ceccarelli:

Fra cielo e terra, fra devozione mariana e convenienze di potere volteggiano di norma opportunità, imprevisti e complicazioni”.

Filippo Ceccarelli, che non sembra amare Enrico Letta nella stessa misura, acritica e smodata, del fondatore e del direttore del suo giornale, ricorda che

“nel discorso d’investitura Letta in qualche modo si paragonò a Davide, il pastorello, che nella valle di Elah tagliava la testa al gigante cattivo. […] All’inizio di settembre, capitato a Viterbo per la magnifica festa patronale, Letta aveva osservato gli eroici sforzi dei facchini, anche lì con qualche incauto compiacimento: «Il mio governo assomiglia alla macchina di Santa Rosa: fatica e barcolla, ma non cade mai». Ecco, si capisce oggi che quel“mai” era eccessivo”.

[…]

“Viene anche un po’ da chiedersi cosa ne rimarrà nel ricordo. L’uso smodato del verbo “fare”, dall’euforico “fare spogliatoio” al “pacchetto del fare”; vedi la gita dei neonominati alla finta Abbazia con felpe e zainetti; vedi le foto che ancora ad agosto gioviali ministri si scattavano gli uni con gli altri in consiglio dei ministri.

“La smania di attaccarsi a tutto ciò che non suonava “divisivo”, aggettivo tanto goffo quanto entrato d’impeto nel lessico governativo, ha partorito piccoli mostri di retorica, anche strappalacrime, il più esemplare dei quali si deve ad Alfano, cui parve opportuno di assegnare all’esecutivo il compito di “regalare giorni migliori ai nostri figli”; e a tale proposito raccontò di aver notato che i suoi, di figli, erano coetanei a quelli di Letta, e anche alla creatura bipartisan generata dal ministro dell’Agricoltura berlusconiana e da un collaboratore del premier [leggasi Nunzia di Girolamo sposata con Francesco Boccia], anche lei coetanea pure ai nipotini del ministro Cancellieri e, visto che c’era, Alfano aggiunse i ragazzi di Josepha Idem. Che di lì a poco contribuì a far dimettere.

“Alessandra Mussolini fece un piccolo elenco piuttosto espressivo: «Sorrisetti, occhiolini, ammiccamenti, pacche sulle spalle». Dalla luna di miele, a suo coniugale giudizio, si stava passando alla comunione dei beni. Ma fu pure autorevolmentenotato, da parte dell’ex direttrice di Novella 2000 Candida Morvillo, che le larghe intese stavano «soffocando anche il gossip»: niente più colpi bassi, in nome della “pacificazione”, altra paroletta figlia del clima, e delle sue necessità”.

“Tuttavia, a vederla ancor più dall’esterno, a parte i copiosi annunci-twitter, il governo — o “governino” secondo Dagospia — sembrava più che altro connotarsi per una notevole serie di rinvii, slittamenti e congelamenti, forse inevitabili, comunque tali da mettere abbastanza in dubbio il “percorso di speranza” che Enrico Letta aveva rivendicato nel mentre inaugurava, al suono di centinaia di trombette (era dovuta intervenire la Polizia per placare l’entusiasmo dei suonatori in platea) il meeting di Cl”.

“L’Imu, L’Iva, gli F35, il Porcellum, il finanziamento pubblico, l’intervento in Siria, perfino sull’elezione della Santanché, che non sarebbe un tema del governo, la maggioranza per ora rimandava, poi si vedrà”.

“Il problema dei temporeggiamenti è che di norma non solo non tengono conto dei guai che intanto sopraggiungono, ma si accumulano aggrovigliandosi. Gli impicci giudiziari di Berlusconi, per esempio, che venivano al pettine, le solite divisioni nel Pdl, le consuete tribolazioni del Pd, la fretta e la furia di Renzi”.

“Un giorno Letta, che fra le sue virtù oltre alla calma ha quella di non prendersi troppo sul serio, fu messo in contatto con l’astronauta Parmitano, in orbita: «Se c’è posto — disse — vengo anch’io lassù». Ma non c’era posto.

“D’altronde era così affollato il forum di Cernobbio che nella calca, andando a Messa, il presidente ha perso una scarpa: pessimo presagio di imminenti e “larghe offese”, come le ha qualificate il poeta Enrico Magrelli; e come al momento nemmeno l’acqua santa di Lourdes potrebbe renderle più sane e pulite”.