Blitz del Pdl al ‘Secolo’ finiano. Perina: “Andrà in mano alla destra delle gheddafine”

Pubblicato il 22 Febbraio 2011 - 11:54 OLTRE 6 MESI FA

Flavia Perina

ROMA –  Non bastavano le defezioni dell’ultima ora e il pericolo “chiusura” al Senato, a scuotere gli animi dei finiani, c’e’ anche il caso ‘Secolo”, lo storico quotidiano della destra italiana, ora voce di Fli. La componente ex-An nel Pdl ha infatti nominato un Comitato di garanti per sostituire l’amministratore Enzo Raisi. Gli ex colonnelli di An, ora arruolati da Silvio Berlusconi, quindi, si riprendono anche l’ultimo giornale di destra non vicino a Berlusconi. Quel foglio erede del ‘Popolo d’Italia’ fondato da Benito Mussolini, poi diventato voce dell’Msi, di An e infine dei finiani. La retata berlusconiana, ora, mette in pericolo la stessa carica del direttore, la deputata finiana Flavia Perina.

Due le correnti di pensiero nel Pdl: c’è chi, come Ignazio La Russa, ha la tentazione di chiuderlo e chi, come Augello, ha voglia di “normalizzarlo”. Per la direzione, comunque, dovrebbe saltare la testa di Flavia Perina e arrivare uno tra Marcello De Angelis o Gennaro Malgieri. Il perché del blitz è da ricercarsi in quegli argomenti “scomodi” alla maggioranza trattati nel tempo dal giornale della Perina: dall’immigrazione, al no alle ronde, alla questione femminile, al sì alle coppie di fatto.

Come scrive Filippo Ceccarelli su ‘La Repubblica’, oggi al ‘Secolo’ il clima è da ultimo giorno. Le prime otto pagine del quotidiano uscito oggi in edicola sono proprio dedicate a ricordare l’avventura fin qui vissuta. Per Perina il rischio è che i colonnelli del Pdl “lo uccidano facendone una cosa tipo l’Avanti di Lavitola”, o, come dice in un’intervista al ‘Riformista’, un quotidiano in mano “alla destra delle gheddafine”. Ovvero a quella destra che, dice Perina, “inneggia alle 500 ‘gheddafine’ o difende i festini di Arcore”.

”L’idea di costruire un quotidiano plurale, aperto, curioso delle evoluzioni della politica rifiutando in toto il vecchio assetto dell’house organ (del Pdl, di Fli odi chicchessia) è connaturata con il piano editoriale lanciato nel 2007 e sfociato in una totale ristrutturazione del Secolo – scrive Perina nell’articolo di fondo del giornale – Le polemiche di bassa lega sul quotidiano ‘che strizza l’occhio a sinistra’ fanno semplicemente ridere: qui, nella classe dirigente del giornale non c’è uno che non possa vantare con orgoglio tre decenni di militanza a destra, cominciata da adolescenti nel Msi e portata avanti con lealta’ e senza mandare il cervello all’ammasso”.

A chi, ”in perfetta malafede”, accusa il Secolo di essere ‘troppo finiano”’, Perina dice: ”La verità è che il Secolo è semplicemente ‘troppo onesto’ nell’interpretare ogni giorno le idee, la tradizione, il portato politico-culturale della destra italiana nonchìè la specifica identità che la testata porta con sè fin dalla fondazione. E’ un grillo parlante enormemente scomodo, che ogni giorno, con la sua stessa esistenza in edicola o nelle rassegne stampa, parla alle coscienze del nostro mondo e ricorda una realta’ che il ‘ministero della verità’ berlusconiano vorrebbe cancellare: la destra delle manifestazioni per Trieste italiana, la destra dell’orgoglio nazionale, del patriottismo, del ‘coraggio di dire di no’, la destra creativa e movimentista degli anni ’70, la destra che non si piegò al potere neanche quando si giocava la vita nella partita della sopravvivenza politica”.