Berlusconi addio: “Nel 2013 lascio ad Alfano. Letta al Colle, Tremonti non fa gioco di squadra”

Pubblicato il 8 Luglio 2011 - 08:43 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi

ROMA – Non ci sarà più Silvio Berlusconi come premier, alle prossime elezioni del 2013 l’uomo di punta del centro destra sarà Angelino Alfano, già segretario politico del Pdl. Niente indiscrezioni, a dare l’annuncio è il Cavaliere in persona.

Sceglie il quotidiano Repubblica per dirlo:  “Il candidato premier sarà Alfano. Io se potessi lascerei già ora”.

”Alle prossime elezioni non sarò io il candidato premier”. L’assetto ce l’ha già in mente: Alfano a Palazzo Chigi e Gianni Letta al Quirinale.

Al quotidiano che lo ha sempre attaccato, forse non a caso, sceglie di raccontare la “solidissima” alleanza con la Lega.

Poi si lascia andare a qualche sfogo sul ministro dell’Economia Giulio Tremonti, rimproverandolo di essere ”l’unico a non fare gioco di squadra”. E ancora dice parole che di lusinghiero hanno veramente poco: “Lui pensa di essere un genio e crede che tutti gli altri siano dei cretini. Lo sopporto perché lo conosco da tempo e va accettato così, ma è l’unico che non fa gioco di squadra”, dichiara.

”Alla fine non può fare niente. Anche lui: dove va? Anche nella Lega hanno un po’ preso le distanze”. Sul termine con cui Tremonti ha apostrofato il ministro per la Pubblica amministrazione, ”quel ‘cretino’ è emblematico: Brunetta, giustamente, parlava ai nostri elettori, lui invece parla solo ai mercati”.

Attribuisce la paternità della norma ‘salva-Fininvest’ al ministro dell’Economia e al Guardasigilli, esclude l’ipotesi di un governo tecnico, attacca ”il partito dei giudici che si sta preparando all’appuntamento elettorale del 2013” e si dice convinto che le inchieste che lo riguardano ”finiranno nel nulla”.

”Hanno fatto tutto Tremonti e Alfano. Io nemmeno la volevo – afferma – ma resto dell’idea che sia un provvedimento sacrosanto”. Per questo ”la riproporremo in Parlamento”. Il Cavaliere smentisce che la norma sia stata fatta per la Fininvest, ”anche perché ne sono sicuro, i cinque magistrati della Cassazione ribalteranno il verdetto”.

”Credo che siano tutti d’accordo. Io farò la campagna elettorale e aiuterò Angelino. Farò il ‘padre nobile’. Cercherò di costruire il Ppe in Italia, ma a 77 anni non posso più fare il presidente del consiglio”.

A leggere le parole di Berlusconi sembra davvero che voglia uscire di scena, almeno dal primo piano. I suoi uomini resteranno. Il Colle, prosegue il Cavaliere, ”non è per me. Al Quirinale ci andrà Gianni Letta. E’ la persona più adatta e ha ottimi rapporti anche con il centrosinistra. Avrebbe anche i loro voti”.

”L’intesa con Bossi è solidissima, e ho un buon rapporto anche con Maroni e Calderoli”, assicura Berlusconi. I movimenti all’interno del Carroccio dipendono dalle ”nuove generazioni”. ”E’ giusto. Capiscono che io e Umberto prima o poi dobbiamo essere sostituiti. E si preparano”, afferma il premier.

”Con una piccola differenza rispetto al Pdl: ci sono tanti giovani di valore come Reguzzoni o Cota, ma non hanno ancora trovato il successore di Bossi”.

Per Berlusconi ”non c’è alcuna possibilità che nasca un esecutivo tecnico”. ”Anche i leghisti, dove vuole che vadano? Tutti quelli che si staccano – sottolinea – fanno una brutta fine. Pensate a Fini e Casini. Quelli del Fli ormai sono inesistenti. Il loro progetto politico, una volta fallito l’assalto del 14 dicembre, è il nulla”.

Quanto al leader dell’Udc, ”ha due possibilità’: o va da solo come Terzo polo o, come penso, farà un patto di apparentamento con noi quando saprà che il candidato premier non sono io”, afferma.

”A sinistra non può andare perché altrimenti perde i due terzi dei suoi elettori. E la legge elettorale resta questa. Non se ne esce”.

Sulle inchieste che lo riguardano e che vedono coinvolti esponenti del suo governo, per Berlusconi ”la verità è che il partito dei giudici si sta preparando alle prossime elezioni. Tutti cercano dei meriti per farsi candidare. La loro è semplice invidia sociale”.

Per lui l’inchiesta sulla P4 ”è solo fango e finirà nel nulla. Io poi in quell’inchiesta non sono proprio entrato. Quel Bisignani non l’ho mai conosciuto”, e ”sul dottor Letta posso mettere la mano sul fuoco”. Quanto all’ipotetica struttura Delta, ”se fosse vero, sarebbe una struttura di coglioni”, dice il premier.

”Non hanno condizionato un bel nulla, la Rai ci è sempre stata contro. Le sembra che siamo mai riusciti a farci fare un favore dalla Rai? Nel Cda poi… meglio che non parlo”.