Berlusconi minimizza: “L’alleanza con la Lega tiene e si va avanti”

Pubblicato il 19 Giugno 2011 - 20:45 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi all'ospedale Niguarda (LaPresse)

MILANO  – Il pollice di Umberto Bossi resta per ora a mezz’aria: ne’ verso l’alto ne’ verso il basso. Ma Silvio Berlusconi ne e’ sollevato e preferisce, dopo il raduno di Pontida, vedere solo il bicchiere mezzo pieno: la Lega chiude al voto anticipato ed e’ al momento indisponibile a far cadere l’esecutivo o ad accordi con il Pd per un governo tecnico; la premiership del Cavaliere e’ in discussione ma tra due lontanissimi anni e solo se non verra’ rispettato lo scadenzario in 12 punti di cose da fare che in fondo certifica, se non proprio la convinzione granitica del Carroccio di voler andare avanti, l’impossibilita’ di staccare la spina.

”Si e’ verificato quello che Bossi mi aveva annunciato: assolutamente la conferma che la nostra alleanza non ha alternative e che c’e’ la volonta’ di proseguire la legislatura, con scelte sulle quali c’e’ un accordo consolidato”, tira un sospiro di sollievo il premier visitando l’alpino ferito in Afghanistan all’ospedale Niguarda . ”Martedi’ e mercoledi’ saro’ al Senato e alla Camera e illustrero’ il programma che comprendera’ anche alcune delle richieste che sono state eplicitate oggi da Umberto Bossi a Pontida”, promette il premier.
Avanti, dunque. ”Non abbiamo nessun dubbio sul fatto che la maggioranza in Parlamento ci mantenga la sua fiducia – dice ancora Berlusconi -, la fiducia che dal 14 dicembre ci ha espresso numerose volte. E quindi andremo avanti per affrontare al meglio la presente crisi che non e’ finita e che ancora coinvolge le nostre imprese e i consumatori. Oggi l’Italia richiede di essere governata, richiede stabilita’. Le elezioni di medio termine hanno fatto pagare anche a noi il dazio della crisi, ma questo non significa che si debba interrompere il governo e la legislatura, significa soltanto che bisogna proseguire con un’azione piu’ incisiva”.

In effetti. al di la’ dei proclami (”la premiership di Berlusconi non e’ scontata nel 2013”,”la Lega puo’ dire stop in qualsiasi momento”), al momento Bossi conferma dunque l’alleanza e il premier tralascia altri aspetti e si concentra su questo. Ma soprattutto, il Senatur chiude all’angolo Giulio Tremonti sulla riforma fiscale da fare hic et nunc, dando una bella mano al Cavaliere. ”La parte piu’ dura e’ stata contro di lui”, si sarebbe rallegrato Berlusconi con alcuni fedelissimi.

Ad Arcore – dove Berlusconi ha ascoltato con apprensione il discorso di Bossi, temendo fino all’ultimo che all’alleato potesse sfuggire di mano la situazione di fronte al popolo di Pontida, inneggiante alla secessione – certamente non si esulta per l’avviso di sfratto che il senatur ha sventolato in faccia a Berlusconi, se non si ingegnera’ su riforma del fisco, stop alle missioni militari in Libia, riforma del patto di stabilita’ per i comuni, taglio dei costi della politica, abolizione delle misure vessatorie di Equitalia, soluzione del problema delle quote latte e trasferimento di ministeri al Nord.

Ma al di la’ dei proclami e degli striscioni che inneggiano a Maroni premier – ”pannicelli caldi”, dice un fedelissimo di Berlusconi – si incassa il niet al Pd (”Se facciamo cadere adesso il governo poi bisogna andare a votare e questo e’ un momento favorevole alla sinistra”) e guadagna tempo. Rischia pero’ di scoppiare in mano al Cavaliere la grana del trasferimento dei ministeri al Nord, sui quali il sindaco Gianni Alemanno gia’ ha chiesto un voto in Parlamento arrivando a dire ”se il governo dovesse cadere, ne prenderemo atto”.