Berlusconi: “Bersani è il migliore, ma è un comunista”

Pubblicato il 29 Ottobre 2009 - 10:25 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi, racconta un deputato che lunedì è salito ad Arcore, ha accolto cosi’ la vittoria di Pierluigi Bersani alle primarie. Gia’ durante la scorsa legislatura il premier aveva spiegato di apprezzare molto il ministro dello Sviluppo del governo Prodi. Ragionamento ripetuto a chi gli ha parlato del Pd: «E’ una persona che stimo, è  bravo e bada alla concretezza. Ma…».

Ed è in quel ‘ma’ che sta la valutazione che il Cavaliere ha fatto del nuovo segretario. La premessa è sempre la stessa: «È un comunista». Il Pd – questa l’analisi fornita ai maggiorenti del partito di via dell’Umiltà – ha perso la componente della Margherita ed è quindi tornato al vecchio Pci. Da qui l’accostamento del premier con il ‘Migliore’, con Palmiro Togliatti.

Esponenti vicino a Massimo D’Alema fanno notare come con l’altro schieramento i canali siano aperti e che la decisione del premier sulla data delle elezioni per quanto riguarda la regione Lazio rappresenti “un segnale positivo”.

«Bersani è un uomo che bada alle cose concrete, è disponibile ad un confronto in Parlamento», spiega Daniele Marantelli, testimone dell’abbraccio tra Bersani e Tremonti in Aula. «Non ti ho fatto ancora gli auguri. Sai sono stato un po’ impegnato…», ha scherzato il Professore di Sondrio con il nuovo segretario.

A pochi passi dai due c’era Umberto Bossi, da sempre un estimatore della nuova guida del Pd. Il premier, riferisce chi gli ha parlato, vorrebbe un dialogo con l’altra parte. «Ma non ci credo, è difficile, non credo che sia possibile», ha sottolineato ai suoi.

Anche perché per il partito di via dell’Umilta’ il terreno di confronto è la giustizia. È questa la riforma che preme al Cavaliere. «Bersani non avrà il coraggio di aprire il dialogo con noi sulla giustizia, fino alle regionali non si muoverà. E non può neanche rompere con Di Pietro…», è la confidenza che ha fatto il Capo del governo ai vertici del Pdl. Berlusconi oggi ha incaricato la Consulta del partito (la riunione si è tenuta in tarda serata) di accelerare.

Riforma del processo penale, provvedimento sulle intercettazioni e più in generale cambiare la Giustizia ritoccando anche la Costituzione: progetti che sono rimasti nel cassetto al Senato e che ora “saranno riavviati”. «Dobbiamo viaggiare spediti», e’ stato il suo monito. Nel Pdl c’è chi teme altre sorprese dietro l’angolo sul fronte giudiziario. Il Cavaliere ha gia’ chiuso l’accordo con Umberto Bossi. Fini? «Per ora l’accordo tiene, vediamo alla prova dei fatti», spiega un consigliere di Berlusconi. Che annusa un vecchio-nuovo possibile terreno di confronto nella maggioranza, considerati gli avvertimenti del presidente della Camera a procedere verso una riforma condivisa.