Berlusconi condannato, Pdl, Pd e Giorgio Napolitano danzano intorno alla crisi

di Redazione Blitz
Pubblicato il 1 Agosto 2013 - 21:02 OLTRE 6 MESI FA
Berlusconi condannato, Pdl, Pd e Giorgio Napolitano danzano intorno alla crisi

Silvio Berlusconi (Foto Lapresse)

ROMA –  Berlusconi condannatoPdl, Pd e Giorgio Napolitano danzano intorno alla crisi. Guglielmo Epifani è chiaro: la pena va scontata. ”La sentenza va rispettata, eseguita e applicata”. Per il Pd il governo non salta. Ma certo la pena non riguarda il Pd… I democratici invitano i colleghi del Popolo della Libertà alla “responsabilità” e a tenere distinte le vicende giudiziarie da quelle politiche.

La notizia è: Berlusconi è stato condannato in via definitiva in Cassazione. Dunque, la sentenza potrebbe essere operativa da subito. Bisogna capire come sconterà la pena: se farà i servizi sociali, se sarà ai domiciliari o chissà. Sull’interdizione dai pubblici uffici la corte d’Appello di Milano dovrà pronunciarsi di nuovo.

Ma tutti si chiedono: che succede adesso al governo? E qui entrano in campo le posizioni di Pd, Pdl, Nap0litano.

Guglielmo Epifani è chiaro: la pena va scontata. ”La sentenza va rispettata, eseguita e applicata”. Per il Pd il governo non salta. Ma certo la pena non riguarda il Pd… I democratici invitano i colleghi del Popolo della Libertà alla “responsabilità” e a tenere distinte le vicende giudiziarie da quelle politiche.

Il Pdl è chiuso a riccio dentro un Palazzo Grazioli diventato un bunker. Stanno decidendo se far cadere o meno il governo. In serata un’agenzia Ansa riporta che

“Palazzo Chigi, al momento, non intende commentare la sentenza della Cassazione sul processo Mediaset. Fonti di governo si limitano a ricordare quanto detto dal premier Enrico Letta in questi ultimi giorni: le sentenze non si commentano e “le vicende giudiziarie vanno tenute separate da quelle politiche”. Ma anche che “nessun terremoto è in vista e l’Italia è stabile”. In sostanza, si spiega, “la linea non cambia”.

Del resto al Pdl converrebbe davvero far cadere il governo? O conviene attendere che vanga fatta la riforma della Giustizia?

Perché proprio questo è il punto, adesso. Lo stesso presidente della Repubblica, per il quale il mantenimento dello status quo pare prioritario, ha diramato un comunicato in cui preme perché si faccia la riforma della Giustizia.

“La strada maestra da seguire è sempre stata quella della fiducia e del rispetto verso la magistratura, che è chiamata a indagare e giudicare in piena autonomia e indipendenza alla luce di principi costituzionali e secondo le procedure di legge. In questa occasione, attorno al processo in Cassazione per il caso Mediaset e all’attesa della sentenza, il clima è stato più rispettoso e disteso che in occasione di altri procedimenti in cui era coinvolto l’onorevole Berlusconi. E penso che ciò sia stato positivo per tutti. Ritengo ed auspico che possano ora aprirsi condizioni più favorevoli per l’esame, in Parlamento, di quei problemi relativi all’amministrazione della giustizia, già efficacemente prospettati nella relazione del gruppo di lavoro da me istituito il 30 marzo scorso. Per uscire dalla crisi in cui si trova e per darsi una nuova prospettiva di sviluppo, il Paese ha bisogno di ritrovare serenità e coesione su temi istituzionali di cruciale importanza che lo hanno visto per troppi anni aspramente diviso e impotente a riformarsi”.

Se le parole di Napolitano avranno effetto la riforma potrebbe essere varata già in autunno. Lo stesso periodo in cui si deciderà se Berlusconi andrà agli arresti domiciliari o sconterà il suo anno ai servizi sociali.