Berlusconi, Ruby e il bunga-bunga. I vescovi chiedono “sobrietà”

Silvio Berlusconi

Da un lata Silvio Berlusconi e il caso della minorenne marocchina Ruby e dall’altro i vescovi che insorgono. Le gerarchie ecclesiastiche tornano a intervenire negli affari italiani e chiedono sobrietà sull’ultimo scandalo che ja coinvolto il premier. Alzano il prezzo del perdono, insomma, per Berlusconi che qualche giorno fa ha fatto sapere di cercare mezzo punto di Pil per le scuole cattoliche oltre che per i militari.

Dopo l’affondo del settimanale cattolico Famiglia Cristiana che aveva parlato di Silvio Berlusconi come di un uomo ”malato e privo di autocontrollo” e che è tornato ad incalzare sulla vicenda, in un editoriale firmato dal direttore Marco Tarquinio, il giornale dei vescovi Avvenire chiede al premier ”sobrietà personale e decoroso rispetto” dell’istituzione che rappresenta, che ”riguardano il linguaggio tanto quanto – scrive Tarquinio – lo ‘stile di vita’ ”.

”Siamo convinti che l’Italia e gli italiani si aspettino da chi siede al vertice delle istituzioni dello Stato la dimostrazione di sentirsi gravato, oltre che di un indubbio e legittimo potere, di stringenti doveri”, si sottolinea nell’editoriale. Una presa di posizione che ricorda molto da vicino le parole spese dall’allora direttore Dino Boffo sull’affaire Noemi più di un anno fa. E che non resta isolata nel mondo cattolico. Pur senza nessun riferimento diretto, oggi il Papa ha invitato i giovani riuniti a Piazza San Pietro a non adattarsi ad un ”amore ridotto a merce di scambio”, consumato ”senza rispetto per se’ e per gli altri”, ”incapace di castità e purezza”.

Un ammonimento cui ha fatto eco il cardinale presidente della Cei, Angelo Bagnasco, che si è appellato al ”mondo degli adulti” affinche’ sia ”da esempio” ai ragazzi con ”parole vere e alte”. Durissimo – e diretto – invece il commento del vescovo di Mazara del Vallo, mons. Domenico Mogavero, che in un’intervista ad un quotidiano ha accusato Berlusconi di tradire i valori cristiani: ”Avere un premier che fa simili dichiarazioni e mostra apertamente questo stile di vita, non da oggi,è deleterio proprio perché non ancorato a valori umani, e non parlo quindi solo di quelli cristiani”.

Ma non c’è solo la dimensione ‘scandalistica’ a preoccupare le gerarchie. Tarquinio, nel suo editoriale su Avvenire, sottolinea anche un altro ”punto nodale”, ovvero ”se Silvio Berlusconi, in qualita’ di primo responsabile del potere esecutivo della Repubblica, abbia operato o no una inconcepibile pressione indebita sulla Questura di Milano per favorire una ragazza minorenne in stato di fermo, inducendo le forze di polizia a violare alcune regole”. Una certezza quest’ultima, secondo Famiglia Cristiana, che in un nuovo editoriale pubblicato in serata sul sito web denuncia il trattamento riservato alla minorenne marocchina e la violazione della legge sull’affido: ”Con i minori non si gioca e, soprattutto con i minori non si bara. In Italia dopo anni di discussione è stata approvata un’ottima legge sull’affido. Ruby, minorenne, andava protetta. Invece andò in altro modo e la ragazza venne prelevata da ‘un consigliere ministeriale presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri’. E’ scritto negli atti dell’inchiesta. A chi è stata affidata, come la legge prevede? Per avere in affidamento un minore bisogna, secondo la legge, sottoporsi a esami di assistenti sociali e delle istituzioni competenti. La legge è chiara e severa. Prevede un tutore, che di solito è un funzionario dello Stato e non ‘consigliere ministeriale’ o consigliere regionale”. Secondo Famiglia Cristiana, insomma, ”il bene sommo che la legge garantisce è quello del minore. Ma quella sera il bene del minore è finito all’ultimo posto nella filiera degli accadimenti. Cosa è prevalso? Perché è stato permesso di portare via la ragazza, nonostante l’affidamento in comunità già disposto da un magistrato?”.

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