Berlusconi-Bersani, scontro “al fumo” sulle tangenti: “Fuori si pagano”, “Basta”

Pubblicato il 14 Febbraio 2013 - 18:09| Aggiornato il 29 Giugno 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Se vuoi fare affari nei Paesi “meno democratici” devi pagare le tangenti. Berlusconi non scopre niente di nuovo. Pier Luigi Bersani fa finta di attaccare: “Basta tangenti e basta Berlusconi”. Ma subito abbassa il tiro: “Non escludo che succeda, ma non dovrebbe succedere”. Polemiche stanche in una anonima giornata di campagna elettorale.

“Quando grandi gruppi come Eni, Enel o Finmeccanica – spiegava Berlusconi, ospite di Agorà su Raitre – trattano con Paesi che non sono complete e perfette democrazie ci sono delle condizioni che bisogna accettare per vendere i propri prodotti. Tangenti? Sono commissioni chieste in quei Paesi, le democrazie come la nostra queste cose non le fanno”.

E poi ha spiegato: “Se uno fa questo moralismo non fa l’imprenditore a livello globale. Quello delle tangenti è un fenomeno che esiste, non si possono negare le situazioni di necessità se si va trattare nei Paesi del terzo mondo o con qualche regime, e l’India è un paese fuori dalla sfera occidentale”.

Bersani ha prima risposto all’attacco: “Basta tangenti e basta Berlusconi”. E poi si è messo un po’ più sulla difensiva: “Io non escludo che nel mercato globale accadano cose di questo genere e allora sarà bene darsi dei codici di comportamento su scala europea perché ci deve essere la garanzia che i vertici aziendali siano responsabili di protocolli condivisi che escludano vicende di questo tipo. Vogliamo avere un mercato pulito”