Bersani: “Mai più condoni e 7.5 miliardi per scuole e ospedali”

ROMA – Pier Luigi non accetta la sfida delle promesse. Così di fronte alla proposta choc di Silvio Berlusconi il leader del Pd resta sul concreto e annuncia un piano in tre anni del peso di 7 miliardi e mezzo per scuole e ospedali. Il leader del Pd replica di fatto, cosi’, alle ultime uscite di Silvio Berlusconi sull’Imu e sul condono. Il partito, spiega, non ci sta a incentrare tutta la campagna elettorale sul fronte delle tasse, che pure vanno ridotte. Quanto ai condoni la linea di Bersani è univoca: “Mai più”.

Per il Pd l’obiettivo numero uno e’ l’occupazione. E va in questo senso la sua proposta lanciata a ‘Piazza Pulita’. Un piano, spiega , per ”ristrutturare scuole e ospedali e per progetti ambientali”. Con la copertura che dovrebbe arrivare da ”un allentamento del patto di stabilità con gli enti locali, con nuovi fondi strutturali e con la diminuzione delle spese per la difesa”. Opere che, dice, ”devono partire entro sei mesi” per creare lavoro.

Bersani replica al Cavaliere anche sottolineando la sua volontà di mantenere il profilo soft con cui intende caratterizzare la sua campagna elettorale: proposte concrete, credibilità e niente ”favole”.

”Noi – sottolinea – stiamo scommettendo di vincere sulla serietà perché il Paese è nei guai e io non farò un altro mestiere: sono capace anch’io di prendermi un titolo sui giornali dicendo che restituirò i soldi dei viaggi di nozze ma non lo intendo fare”.

Anche perché ”non fa bene al Paese una campagna fatta raccontando in modo un po’ onirico, una gara a fare vedere il Bengodi”. Una linea sulla quale si trova perfettamente d’accordo anche il suo ex competitor, Matteo Renzi. ”Il Pd ora è in testa – è l’invito del sindaco di Firenze – non si azzuffi su Balotelli” ma mostri come ”immaginiamo il futuro sulla scuola, sui giovani, a quel punto Berlusconi sembrerà una sorta di Superpippo”.

Il centrosinistra, è il monito di Renzi, ”è in vantaggio e queste elezioni possiamo perderle solo noi se ci facciamo prendere dalla paura”, bisogna invece non inseguire Berlusconi ma ”mostrare come governeremo noi il Paese tra venti giorni”.

Insomma, il Cavaliere non va sottovalutato ma ”la partita deve essere giocata su armi di concretezza e credibilità e il Pd non può rispondere punto per punto sulle proposte choc o chic”. Nessuna paura, dunque. E anche il caso Mps, secondo Renzi, non metterà in difficoltà il Pd al quale non possono essere imputate responsabilità e ”anche Berlusconi lo sa”.

Anche su questo fronte, comunque, andranno fatti degli interventi per tenere distanti banche e politica. E Bersani, che a Firenze aveva lanciato una commissione d’inchiesta su finanza e derivati, assicura: ”Se vado al governo si esce da qualsiasi controllo della fondazione sulla banca, l’ho sempre pensata cosi”’.

Bersani rilancia ma si mostra anche sicuro di vincere anche nella regione chiave della partita del Senato. ”In Lombardia – dice – ce la facciamo perché ci siamo messi dalla parte del civismo”.

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