La Borsa scende all’inferno. Mezzo milione di giovani licenziati

Pubblicato il 10 Agosto 2011 - 16:39 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Mezzo milione di giovani precari licenziati nel 2010, non erano mai stati veramente assunti con lungo e regolare contratto, ma in qualche modo lavoravano. Ora non più: avevano contratti di collaborazione e progetto, ora non hanno più nemmeno quello e hanno tutti meno di 35 anni. Probabilmente non avranno mai una pensione, ma questo è ormai un dettaglio. Il calcolo del mezzo milione di licenziati prima ancora di essere assunti arriva in contemporanea con lo sprofondo di Borsa: meno 6,1 per cento ad un’ora dalla chiusura. Il punto più basso, i minimi dal marzo 2009, quel marzo in cui fu toccato il fondo come conseguenza della Grande Crisi nata nel 2007. Non si è ancora tornati a quel fondo ma è lì che si sta precipitando. I numeri del dramma italiano bussano alla porta dell’incontro tra governo e parti sociali che è fissato nelle stesse ore, negli stessi minuti. Forse qualcuno li riferisce a Berlusconi che è in volo dalla Sardegna a Roma. Forse qualcuno li legge tra ministri e sindacalisti. Forse, solo forse, qualcuno di loro capisce che i numeri che hanno in mano, quelli con cui volevano trattare: pensioni un po’, patrimoniale un accenno, spesa ritoccata ma non toccata sono già numeri falsi, già bugiardi. Non c’è più margine, nè tavolo, nè trattativa. Non c’è più tempo, nemmeno quello.