Bossi: “Non usciamo dall’Ue, quella di Maroni rabbia di una notte”

Umberto Bossi

ROMA – Dopo le minacce di mezzo governo, premier compreso ci pensa Umberto Bossi a tamponare il flusso di parole: ”Non usciamo dall’Ue. E’ solo uno stimolo per far fare le cose. Dopo una notte passa la rabbia di Maroni”.

Ma l’Europa “dovrebbe fare un sacco di cose e invece non fa niente. Dovrebbe fare quello che stiamo facendo noi, mandare le navi a pattugliare”. Bruxelles è un problema, insiste il leader del Carroccio, “ma noi andiamo avanti per la nostra strada”. E gli immigrati? “Li dobbiamo mandare a casa tutti”.

Mentre fino a ieri, 11 marzo, ormai sembrava che Roma e il quartier generale di Bruxelles fossero ai ferri corti, adesso anche il ministro degli Esteri Franco Frattini ha parlato dell’Europa come un’opportunità e le minacce di andare via perché “meglio soli che male accompagnati” (parole del ministro dell’Interno Roberto Maroni) sono svanite.

In effetti Maroni l’aveva sparata grossa. per poi cercare di correggersi dopo la bufera scatenata: “Meglio soli che male accompagnati, che senso ha restare se non ci aiutano?”. Passata una mezz’ora aveva aggiunto: “Certo che con l’Europa non si scherza, ma quando l’Italia chiede aiuto per i rimpatri, per i pattugliamenti, per bloccare i flussi, per fare investimenti in Tunisia, la risposta è ‘Cara Italia devi pensarci tu perché la Tunisia è vicina all’Italia’. Mi pare che qualcosa non funzioni”.

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