Campo largo, i dubbi di Prodi, l’ex premier picconatore pizzica i guerrafondai del Pd

Campo largo, i dubbi di Prodi, l’ex premier si veste da picconatore della alleanza di sinistra che ha vinto in Sardegna e pizzica i “guerrafondai “ del Pd

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 3 Marzo 2024 - 07:53
Campo largo, i dubbi di Prodi, l’ex premier picconatore pizzica i guerrafondai del Pd

Campo largo, i dubbi di Prodi, l’ex premier picconatore pizzica i guerrafondai del Pd

Dubbi sul “campo largo”. Romano Prodi, il padre dell’Ulivo e due volte premier, a 84 anni si scopre “picconatore”, rompe il silenzio, e dice la sua sulla alleanza di sinistra che ha vinto al fotofinish in Sardegna. Per carità, sottolinea in premessa che “Giorgia Meloni ha sbagliato due volte: ha sbagliato candidato e umiliato la Lega complicando tutto”.

E poi, restando sul pezzo: ”La Sardegna  non è l’ombelico del mondo, è una Regione con tante diversità, e quindi non se ne può fare un modello nazionale, però la sorpresa c’è. Ben pochi si aspettavano un risultato di questo tipo. Perché è vero che si è manifestata una maggiore unità del centrosinistra che però non aveva certamente la compattezza del Centrodestra“.

Ha quindi aggiunto:”Il Centrosinistra più si unisce e più vince, non c’è niente da fare. Ha vinto anche scontando una diaspora, ma c’era”. Secondo messaggio: “Nelle competizioni locali, oltre che in quelle nazionali, valgono sempre di più i candidati”. Detto ciò, ha spostato il bazooka.

L’EX PREMIER FRENA ELLY SCHLEIN
Già a gennaio il fondatore dell’Ulivo aveva detto la sua sulla possibile candidatura alle europee della segretaria dem.  Prodi aveva frenato la segretaria del Pd. ”Se metti 5 candidature e ne scegli una, vuol dire che alle altre quattro non ci vai.  In alcuni casi non ci vai proprio. Io non stoppo nessuno ma questo è un sano principio di democrazia”.

Seconda frenata, all’indomani del voto sardo. Ha detto: ”Ora il problema del centrosinistra è che tutti puntano a mantenere la propria posizione. Ci vorrebbe qualcuno che abbracci la missione unitaria”. Prodi, più che alla prossima tappa elettorale in Abruzzo, pensa alla Basilicata. Ma, par di capire, che manchi – a suo dire – il candidato. E non ha tutti i torti perché il candidato Angelo Chiorazzo, sponsorizzato da Roberto Speranza, è stato affondato a suo tempo da mezzo Pd e dallo stesso Conte.

Ora si cerca un nome “terzo” su cui accordarsi: il Pd lo vorrebbe di area Pd, Conte vorrebbe lo stesso Speranza che però non ne vuol sapere di farsi ingabbiare a Potenza. L’ex ministro della Salute vuole restare in serie A.

Quanto al Piemonte, Prodi è convinto che Conte non intenda fare alcuna alleanza. E  con schiettezza dice: ”Li’ si perde di sicuro. Cirio è bravo, “”ma chi me lo fa fare?”come lui stesso ha spiegato a Nicola Fratoianni “.

UN DITO NELL’OCCHIO AI GUERRAFONDAI DEL PD
La prima reazione dell’ex premier alla vittoria sarda è stato un dito nell’occhio a quei “guerrafondai” del Pd. Non gli è piaciuto in particolare  il suggerimento a Zelensky di togliersi “ gli abiti militari”: in pratica un invito alla resa all’invasore russo.

A dicembre Prodi aveva blindato Elly Schlein, oggi la vede minacciata nella sua leadership, ma non dai riformisti del Pd o dalla fronda interna, ma dal Conte trionfante. Prodi non nasconde che la Quinta Colonna contiana del Pd lo preoccupa, perché dopo la vittoria sarda la pattuglia in sonno ha immediatamente rialzato la testa.

Chiara la allusione ai vari Franceschini, Zingaretti, Bettini, Bersani e Boccia. Tutti dirigenti di peso che scalpitano oltre misura non disdegnando (pare) Giuseppi leader della coalizione. Con Elly questi dirigenti sono fuori dal cerchio magico. Con Conte, pensano, rientrerebbero.