“Così Alemanno pretese i 200mila € di tangente Finmeccanica”: il verbale di Cola

di Redazione Blitz
Pubblicato il 1 Aprile 2014 - 13:18 OLTRE 6 MESI FA
"Così Alemanno pretese i 200mila € di tangente Finmeccanica": il verbale di Cola

“Così Alemanno pretese i 200mila € di tangente Finmeccanica”: il verbale di Cola

ROMA – “Così Alemanno pretese i 200mila € di tangente Finmeccanica”: il verbale di Cola. Nelle pagine inedite del verbale d’interrogatorio di Lorenzo Cola, ex estremista di destra e consulente prima e manager poi di Finmeccanica (“facilitatore” lo chiama Carlo Bonini di Repubblica), vengono riferiti tutti i dettagli della cena in cui l’allora sindaco di Roma Gianni Alemanno, “irritato per non aver concordato i pagamenti già fatti a Mancini” (considerato suo uomo di fiducia) indicherebbe (secondo la ricostruzione di Cola) a chi versare il “resto” della mazzetta per i filobus della tratta Laurentina.

Il verbale, secretato e protetto da numerosi omissis da almeno un anno, si riferisce all’interrogatorio di Lorenzo Cola del 1° marzo 2013: al pm Paolo Ielo che lo interroga sui dettagli della presunta corruzione nell’appalto affidato alla Breda-Menarini (di Finmeccanica) per la fornitura di 45 filobus al Comune di Roma, Cola racconta come 500mila euro, dei 700 pattuiti per la tangente di Finmeccanica, siano stati consegnati all’uomo di Alemanno Riccardo Mancini e come, durante una cena a casa sua “di fine 2009”, Alemanno abbia preteso la consegna dei 200 mila euro restanti direttamente a Pietro Di Paoloantonio (attuale consigliere regionale Ncd).

Da quell’interrogatorio di marzo sono passati altri mesi prima che il nome di Alemanno ricomparisse fra gli indagati nel supplemento di inchiesta richiesto dalla procura di Roma a ottobre: allora Alemanno, che non era più sindaco (sconfitto da Marino a Roma e uscito dal Pdl spaccato), se la cavò minimizzando l’attenzione dei magistrati sul suo conto derubricandola ad “atto dovuto”, la “coda di una vecchia inchiesta”. Le rivelazioni di Cola sembrano svelare un altro scenario: Riccardo Mancini, nelle parole di Cola, è il referente unico del sindaco su tutti gli appalti che interessano la spesa pubblica locale, fino a quando Alemanno non inizia a dubitare della sua lealtà assoluta finendo per far ricadere la responsabilità appunto su Di Paoloantonio (che nel frattempo ha accorciato il suo nome in Di Paolo).

E’ a questo punto che il cronista di Repubblica Bonini offre un ragguaglio sulle personalità più in vista dell’inner circle alemanniano. Lorenzo Cola è descritto come un ex estremista di destra collezionista di cimeli da Salò al Terzo Reich: Bonini suggerisce che, dati i rapporti tra malavita e formazioni estremiste ani ’80 tipo Nar, Cola sia sottoposto a pressioni (si immaginano richieste di denaro) di “padroni meno malleabili e più cattivi di Alemanno”. Di Paolo, invece, farebbe parte della cerchia più intima dell’ex sindaco: è l’attuale marito di Barbara Saltamartini, lanciata da Alemanno in An e oggi confluita nella Ncd di Alfano, “e alla fine degli anni ‘90 legata sentimentalmente ad Alemanno” (Carlo Bonini).