Csm, Catricalà: “Non volevamo punire i magistrati”

Pubblicato il 29 Maggio 2012 - 08:56 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – ''Non c'era alcun intento aggressivo nei confronti dei magistrati, né della loro autonomia, garanzia assoluta della convivenza civile, anzi la ratio era di rinforzarne l'immagine''. Lo scrive il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà, estensore delle bozze di norme sulle procedure disciplinari nelle magistrature e nelle libere professioni, in una lettera a Repubblica in cui spiega che le norme sono state ''subito archiviate''.

Nella fase di consultazione dei ministeri competenti sul pacchetto Merito, in cui le norme erano contenute, ''il Presidente Monti, da me avvertito, ritenne inopportuna la proposta sul Csm e il ministro della Giustizia sollevò una questione di praticabilità costituzionale della riforma e il testo per quella parte fu archiviato'', racconta Catricala'.

''Iniziò per il resto il confronto con la Corte dei Conti e con il Consiglio di Stato, per conoscere l'avviso di questi organismi sulla bozza di regolamentazione, ciascuno per la parte di propria competenza'', prosegue Catricalà.

''Inizialmente avevo inviato ai presidenti dei due Organi la sola norma che li riguardava direttamente. Successivamente, su richiesta, ho inviato l'intera sezione relativa all'azione disciplinare per la magistratura e per le libere professioni. In una cosa – sottolinea – ho sbagliato: non ho precisato agli uffici di espungere la norma sul Csm''.