Ddl lavoro, torna l’arbitrato: la maggioranza reinserisce la “clausola compromissoria”

Pubblicato il 17 Maggio 2010 - 19:45 OLTRE 6 MESI FA

Il governo fa un passo indietro e reinserisce nel disegno di legge sul lavoro la cosiddetta clausola “compromissoria”: in pratica un lavoratore del settore privato potrà esprimere, al momento della sottoscrizione della clausola compromissoria, la volontà di ricorso all’arbitrato su tutte le controversie che dovessero insorgere in futuro. Anche il presidente della Repubblica aveva rimandato il testo alle camere, esprimendo dubbi sulla legittimità del provvedimento.

La misura è prevista dall’emendamento del senatore Maurizio Castro, relatore al ddl lavoro, grazie al quale dovrebbe “saltare” la modifica del Pd, introdotta alla Camera, che puntava a limitare il ricorso all’arbitrato alle controversie già pregresse e non su quelle future.

Nella proposta di Castro si prevede che le commissioni chiamate a certificare la libera volontà delle parti di ricorrere all’arbitrato, accertano “all’atto della sottoscrizione della clausola compromissoria” la effettiva volontà delle parti di conferire ad arbitri le “eventuali controversie nascenti dal rapporto di lavoro”. Secondo quanto stabilito alla Camera, la sottoscrizione della clausola compromissoria avviene 30 giorni dopo l’assunzione o dopo il periodo di prova per i contratti che lo prevedono. Sempre secondo le modifiche già apportate a Montecitorio dopo il rinvio del provvedimento alle Camere da parte del presidente della Repubblica, resta che non si può comunque ricorrere all’arbitrato in materia di licenziamento.

“Così – ha spiegato Castro – viene annullato l’effetto dell’emendamento Damiano. Quindi viene cancellato il fatto che si decideva di volta in volta e accertata la volontà effettiva del lavoratore al momento della sottoscrizione della clausola compromissoria, diventa un fatto generale e perpetuo. Passiamo da un modello antagonista – ha aggiunto Castro – ad un modello fiduciario”. L’emendamento del senatore Castro riguarda il settore privato. Manca ancora la definizione della stessa clausola nel settore pubblico.

La manovra ha fatto scattare le proteste dell’opposizione. Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani ha parlato di atto di “incredibile arroganza”. Secondo Bersani “al Senato è avvenuto un fatto molto grave. Si è capito, al di là di ogni ragionevole dubbio, come questo governo intenda celebrare il 40esimo anniversario dello Statuto dei lavoratori”.

Ciriche anche dall’Idv. Secondo la senatrice Giuliana Carlino, capogruppo dell’Italia dei Valori in commissione Lavoro, “con le modifiche al collegato lavoro proposte al Senato, governo e maggioranza tornano ad attaccare in maniera gravissima i diritti dei lavoratori e dimostrano di non avere alcuna considerazione per i rilievi al ddl mossi a suo tempo dal Capo dello Stato”.

Con un altro emendamento sempre a firma di Maurizio Castro torna la possibilità di “licenziamento senza la forma scritta” per i lavoratori con contratto a tempo determinato. Lo stesso emendamento, in questi casi, aumenta da 60 a 90 giorni i tempi di decadenza per l’impugnazione del licenziamento.

Inoltre aumenta di 5 milioni di euro, a partire dal 2012, lo stanziamento al fondo per risarcire gli invalidi permanenti o i familiari delle vittime decedute per esposizione all’amianto sulle navi di Stato. Lo prevede un emendamento del relatore di maggioranza per la Commissione Affari costituzionali al ddl lavoro, Filippo Saltamartini.