Draghi evita alla scuola la condanna alla Dad. Una storia di irresponsabile caos

di Lucio Fero
Pubblicato il 1 Dicembre 2021 - 10:27 OLTRE 6 MESI FA
Draghi evita alla scuola la condanna alla Dad. Una storia di irresponsabile caos

Draghi evita alla scuola la condanna alla Dad. Una storia di irresponsabile caos FOTO ANSA

Una Circolare cominciò a circolare che era tardo pomeriggio, quasi sera. Nella Circolare aveva preso ampio posto la pronta resa delle Asl. Non ce la fanno a garantire tamponi a pronta verifica dell’entità dei potenziali contagi nelle classi scolastiche, sono lente. Forse perché inefficienti, forse perché sfinite, forse perché sguarnite, forse perché…Di sicuro pronte e disponibili alla resa, da cui la Circolare.

Nella Circolare viaggiava anche il non possiamo-non ci compete dei dirigenti scolastici e della scuola come struttura amministrativa. Non spetta loro stabilire i protocolli sanitari, spetterebbe loro organizzarsi di conseguenza, praticarli, metterli, come si dice, a terra. E’ complesso, faticoso, contraddittorio, stressante. Quindi anche la macchina scolastica è pronta e disponibile, alla resa. L’idea guida della Circolare è: mandiamoli in Dad. Mandiamo gli studenti in Dad al primo studente positivo al contagio ed evitiamo una battaglia persa, quella delle scuole aperte in presenza. Mandiamoli in Dad e arrendiamoci, non c’è altro (e di più sicuro per noi) da fare.

La Circolare ordinava la resa

La Circolare, vista e lasciata passare da occhi del Ministero della Salute e di quello dell’Istruzione, non era figlia di nessuno. Era il frutto delle pressioni di Asl e macchina scuola ed era a suo modo una scelta politica. Per di più coerente, non è stato forse l’Italia il paese da da quando epidemia c’è è quello che più di ogni altro ha chiuso le scuole e che sempre la prima cosa che ha chiuso son state le scuole? Il prezzo del ritorno massiccio alla Dad appare a larghi strati della società, delle Amministrazioni e delle burocrazie e della politica e dell’informazione come un buon prezzo da pagare rispetto alle complicazioni e fatica di tener le scuole aperte. Con alibi o buona fede che sia di salvare la salute di studenti e insegnanti, ci si arrende e non ci si fa male, che vuoi che sia un altro anno scolastico mutilato nella frequenza, nella didattica, nella preparazione, nella sua stessa utilità?

Eppure in Parlamento…

Eppure in Parlamento il presidente del Consiglio nelle sue linee programmatiche aveva detto: scuola aperta in presenza, garantisco. Quando Draghi ha preso atto della Circolare della resa, la Circolare ha smesso di circolare. Si titola malamente di “marcia indietro” del governo. Non marcia indietro, ma altro e di più quel che è accaduto in scarse e scarne 24 ore. E’ accaduto che burocrazie e categorie interessate hanno affrontato e risolto la questione mettendo, come quasi sempre accade, l’interesse reale degli studenti ad un posto sacrificabile. Ed è successo che nulla sarebbe successo  niente sarebbe intervenuto a bloccare e cancellare la circolazione della Circolare della resa. Perché nella Circolare della resa c’erano e viaggiavano i consensi di burocrazie e categorie delle Asl e della Scuola.

Un presidente del Consiglio che non è un mitico supereroe ma semplicemente un capo di governo che non ha bisogno di continue iniezioni di ossigeno di consenso di burocrazie e categorie ha annullato la Circolare della resa. Il fatto va rilevato perché è tutt’altro che usuale e anche perché illumina con chiarezza cosa sarà e cosa circolerà quando finalmente sarà tornata la politica a occuparsi e ad occupare in prima persona la guida del governo. Stavolta la storia di un caos (Circolare varata e ritirata in 24 ore) irresponsabile (la voglia di resa di Asl e Scuola). Con qualcosa che somiglia ad un piccolo happy end. Quando la politica sarà tornata in sella con tutta la sua geometrica potenza l’ognun per sé e nessuno per tutti tornerà a non ammettere eccezioni.