Elezioni: promossi e bocciati nei consigli regionali

Pubblicato il 31 Marzo 2010 - 14:20 OLTRE 6 MESI FA

Le elezioni sono finite, le liste di promossi e bocciati sono già definite. Tra di loro ci sono molti nomi noti, moltissimi “figli d’arte”, intellettuali, nipoti, portaborse.

I promossi. Tra i consiglieri in Puglia, ad esempio, spunta il nome di Michele Mazzarano, ex numero due del Pd in Puglia. Poco prima delle elezioni aveva pensato di ritirarsi dalla corso perché finito nel registro degli indagati per l’inchiesta sulle tangenti nella sanità pugliese. Poi aveva deciso di rimanere in lista e così è riuscito ad entrare nuovamente in consiglio regionale con 6.340 preferenze.

A festeggiare la nomina non c’è solo lui. Sempre in Puglia è stato promosso Ruggiero Mennea, pro-cugino di Pietro, che implorava di non toccare la pista di Barletta «teatro del record mondiale sui 200 al livello del mare». Ha fatto centro anche Tato Greco, come Mazzarano indagato nell’inchiesta sulle tangenti della sanità pugliese. Nominato anche Lorenzo Nicastro, l’ex magistrato messo in lista da Di Pietro, con una scelta criticata pure dall’Associazione dei magistrati.

Scalando lo stivale si trovano molti altri nomi noti che ce l’hanno fatta. In Campania brindano Ettore Zecchino, figlio dell’ex ministro Ortensio, Sandra Mastella, moglie di Clemente, Roberto Conte, condannato in primo grado a due anni e otto mesi per concorso esterno in associazione mafiosa e il calciatore Giuseppe Bruscolotti.

Nel Lazio il più votato è stato Claudio Fazzone che si è opposto ferocemente allo scioglimento del consiglio comunale di Fondi per infiltrazioni mafiose. Al suo fianco, nel parlamentino laziale, siederanno il medico sociale della Roma, Mario Brozzi, il portavoce di Fabrizio Cicchitto, Ernesto Irmici, l’assistente di Tajani, Carlo De Romanis, Pietro Sbardella, figlio dello «squalo» ex Dc Vittorio, Isabella Rauti, moglie del sindaco Gianni Alemanno, e l’ex portiere Angelo Peruzzi.

Salendo ancora lo stivale si trovano altri nomi noti, figli, parenti, portaborse. In Umbria festeggia Oliviero Dottorini, a lungo portavoce di Pecoraro Scanio. E adesso sbarcato nel partito di Antonio Di Pietro. In Piemonte brindano alla nomina Angelo Mastrullo, capo di gabinetto del sottosegretario Crosetto, e Cristiano Bussola, a capo dell’ufficio stampa del Pdl.

In Lombardia troviamo Giorgio Puricelli, il fisioterapista del Milan sbarcato direttamente nel listino vincente di Formigoni, Nicole Minetti, l’igenistra dentale di Silvio Berlusconi ed ex soubrette, Gian Carlo Abelli, il marito di Rosanna Gariboldi che solo due mesi fa, accusata di riciclaggio, ha patteggiato una condanna a due anni. Brinda anche Renzo Bossi, il figlio di Umberto che a Brescia ha preso una valanga di voti. Accanto a lui nel parlamentino lombardo siederanno anche Romano La Russa, fratello di Ignazio, ed Elisabetta Fatuzzo, che a 42 anni rappresenta il Partito pensionati, fondato dal padre Carlo.

In Liguria brinda invece alla vittoria Maruska Piredda, la bella hostess precaria dell’Alitalia candidata dall’Idv a sostegno di Burlando e che ora entrerà in consiglio regionale dalla porta principale. Diventa consigliere regionale in Liguria anche Marco Scajola, nipote di Claudio.

I bocciati. Bocciato Angelo Gava, figlio del viceré di Napoli Antonio, e finora conosciuto soprattutto per il suo matrimonio con torta di panna da 200 chili. Bocciata pure l’étoile Raffaele Paganini che di conseguenza già oggi sarà all’Europauditorium di Bologna con il suo spettacolo «Ho 50 anni e ballo il sirtaki».

Bocciati anche il ciclista Gianni Bugno (in Lombardia) e l’ex medico sociale della Roma Ernesto Alicicco (nel Lazio).

Delusioni anche per Andrea Tremaglia, nipote dell’ex ministro Mirko che correva in Lombardia, Piera Levi Montalcini, la nipote del premio Nobel Rita, bocciata in Piemonte. E anche per Mario Cito, discendente di Giancarlo, bocciato in Puglia.

Infine ci sono i bocciati del listino di Formigoni in Lombardia. Sono gli ultimi otto della lista bloccata collegata al governatore lombardo. Pensavano di avere la nomina in tasca e invece la percentuale altissima di voti presi da Formigoni li ha lasciati a casa. Tra gli otto esclusi c’è anche qualche nome eccellente: ad esempio quello di Luciano Bresciani, medico di fiducia di Umberto Bossi, assessore uscente alla Sanità.

Salta anche Francesco Magnano, geometra di Arcore fidatissimo del premier Silvio Berlusconi. E poi, a cascata, l’ex assessore all’Ambiente Marco Pagnoncelli (Pdl), l’ex presidente del consiglio regionale Giulio De Capitani (Lega), la consigliere leghista Monica Rizzi, che avrebbe dovuto essere candidata a Brescia ma che si era «sacrificata» per lasciar correre Renzo Bossi. Ancora: due rappresentanti dell’area ex An, Pietro Macconi ed Enrico Mattinzoli che in consiglio vede ridotta di un terzo la sua squadra rispetto al 2005. La Lega perde anche un quarto uomo, il militante Mario Cavallin che avrebbe dovuto essere premiato per gli anni di lavoro sul territorio.