Emiliano, l’ultima: il Renzi stai sereno. Da “metti a Cassano” alle cozze…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 20 Febbraio 2017 - 13:50 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Emiliano, l’ultima: il Renzi stai sereno. Da “metti a Cassano” alle cozze…“. “Chi ha detto che Renzi non si deve ricandidare alla segreteria?”, dice Michele Emiliano sorridendo dal palco dell’assemblea Pd. Domanda retorica come poche, visto che tutti ma proprio tutti sanno che è stato lui, serve tuttavia a dare la misura del personaggio. Del resto è lui stesso a definirsi il battutista del terzetto degli scissionisti, essendo infatti sia il presidente della Toscana Enrico Rossi sia il pur giovane Roberto Speranza, politici più navigati e ortodossi.

Per la Terranova, una renziana che ha iniziato la sua carriera politica da bracciante e alla quale è difficile dirle in faccia che non è di sinistra, chiedere che Renzi non si presenti è come chiedere a un portiere di scansarsi prima di battere un rigore. Strano per uno sportivo come Emiliano, figlio di un calciatore professionista e lui stesso giocatore di basket in gioventù.

Secondo D’Alema è “l’anello debole” del trio, sa che non sarebbe lui il leader della nuova cosa a sinistra e per questo è il più tentato dal compromesso in extremis. Per lui una volta si sarebbe speso l’aggettivo “istrionico”, per la capacità tutta sua di stare sempre un po’ sopra un po’ sotto le righe. Oggi è un po’ dentro e molto fuori dal partito, “la porta è chiusa” ribadisce nelle varie interviste ai quotidiani, “fino a martedì mi tengo le mani libere, lavoro fino alla fine per un’intesa”. Prima però minacciava di usare la pistola dello sceriffo contro il bandito Renzi.

Ma chi è Emiliano? Classe ’59, deve la sua credibilità politica alla sua carriera di magistrato, iniziata all’ombra di Falcone e proseguita come procuratore a Brindisi dove tra il ’90 e il ’95 firma diverse inchieste di successo contro la Sacra Corona Unita. Dal ’95 torna all’Antimafia a Bari, nel 2003 accetta di candidarsi a sindaco di Bari per la coalizione di centrosinistra.

“Metti a Cassano”. Tifosissimo del Bari, azzecca lo slogan perfetto, quel “metti a Cassano” tormentone degli europei 2004 e incubo del ct Trapattoni restio a far giocare Fantantonio. “Metti a Cassano” e vota Emiliano: anche Berlusconi ha voluto conoscere uno così, forse un po’ trinariciuto ma in grado di sfondare anche a destra.

Le cozze regalate. Emiliano nel 2007 diventa anche segretario pugliese del Pd, nel 2009 viene rieletto sindaco, nel 2012 una tegola giudiziaria sembra offuscarne la stella. Due suoi amici dichiarati, i titolari della Dec, vengono indagati, l’inchiesta però non lo tocca. Restano agli atti solo le tante cassette di cozze e frutti di mare omaggio dei due amici.

Contro Renzi: no trivelle, Ilva. Da governatore della Puglia, l’ultima sua vittoria, si concede un profilo super-ambientalista con il quale inizia a battagliare con il governo Renzi. E’ tra i promotori del referendum no trivelle contro lo stesso esecutivo nazionale che pure dovrebbe rappresentarlo, ma perde perché il quorum si dimostrerà una chimera. Emiliano entra nuovamente in contrasto con Matteo Renzi negli ultimi giorni del suo governo per il mancato stanziamento nella legge di bilancio di circa 50 milioni di euro destinati alla sanità tarantina per far fronte all’aumento di patologie dovuto all’inquinamento ambientale. Dà al Governo la patente di “assassino”.