Famiglia Cristiana: “Vendita deputati peggio di Tangentopoli”

”I quotidiani sono pieni di dettagli su questo tariffario, rispetto al quale le mazzette di Tangentopoli sono acqua fresca”. E’ la dura presa di posizione contenuta in un articolo sul sito di Famiglia Cristiana dedicato alle presunte compravendite di parlamentari in vista della fiducia. ”La sensazione – rileva il settimanale – e’ che, se non tutto, quasi tutto sia vero. E che i trenta denari abbiamo assunto forme piu’ moderne, ma senza cambiare significato”.

Tangentopoli, si legge ancora nel testo, ”doveva essere un momento di rinascita civile, di giustizia contro corrotti e corruttori. Ma si sa come e’ finita. Una volta assodato che volavano soltanto quattro stracci, troppo carcere preventivo con le tragedie che conosciamo ma sentenze definitive del tutto marginali, il mondo politico si e’ sentito libero di reiterare. Peggio ancora, di fare apertamente cio’ che allora si faceva di nascosto. I risultati li vediamo ogni giorno”.

Nell’articolo, firmato da Giorgio Vecchiato, si affronta poi un’altra ”basilare questione, il disprezzo della norma secondo cui il parlamentare non ha ‘vincolo di mandato’. Il concetto – si legge – e’ stato capovolto. Ammesso che in passato si rispettassero almeno le forme, il vincolo non esiste piu’ rispetto agli elettori. E’ invece ferreo rispetto ai capibranco, specie i berlusconiani che hanno piu’ soldi da spendere e piu’ prebende da elargire. Insomma, fra maggioranza e opposizione – prosegue Famiglia Cristiana – tutto e’ in mano a quei quattro o cinque potenti che da anni decidono su nomine e candidature. Di qua nel partito-azienda, di la’ nel coacervo avversario, chi non sta agli ordini viene posto alla gogna e comunque torna a casa, spesso senza un mestiere alternativo. A chi obbedisce, le ricompense d’uso”. Un rimedio ”dovrebbe consistere in una riforma della legge elettorale, tale da consentire ai cittadini un diritto di scelta. Ma visto il punto cui si e’ giunti, c’e’ da chiedersi se basterebbe”.

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