Fiducia alla Camera, spiccano le assenze di Ronchi e del Responsabile Calearo

ROMA – Il voto sulla fiducia al decreto sviluppo fa tirare il primo sospiro di sollievo alla maggioranza di Silvio Berlusconi dopo le batoste elettorali: per la prima volta dall’uscita di Fli si è arrivati a quota 317 deputati, il che vuol dire autosufficienza visto che la maggioranza è fissata a 316 deputati. Alla Camera erano presenti 612 onorevoli, con due astenuti i votanti sono stati 610. Ma ci sono anche stati alcuni assenti.

Tra le file di Fli non c’era l’ex ministro  Andrea Ronchi, più volte indicato come vicino a un ritorno nel Pdl. Erano quattro in totale gli assenti di Fli alla votazione: oltre a Ronchi, dal partito di Gianfranco Fini non hanno risposto alla chiama Gianfranco Paglia, Mirko Tremaglia e Francesco Divella.

E mancava anche uno dei rappresentanti più utili alla maggioranza per sopravvivere, il Responsabile Massimo Calearo. Poi mancavano anche, per il gruppo misto, Antonio Gaglione, Calogero Mannino, Italo Tanoni e Ferdinando Latteri. Nell’Udc mancavano l’eletto all’estero Riccardo Merlo e Pietro Marcazzan, mentre per il Pd l’unica assente era la radicale Elisabetta Zamparutti.

Un solo assente anche nel Pdl: si tratta di Carmelo Porcu, che avrebbe avuto un lutto in famiglia. Ad astenersi sono stati i due deputati delle minoranze linguistiche Zeller e Brugger. In missione erano Piero Fassino (Pd), Angelo Salvatore Lombardo (Mpa), l’ex sottosegretario Daniela Melchiorre (Liberaldemocratici) e Luca Volontè dell’Udc.

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