Camera, larga fiducia a Monti. Idv e qualche berluscones con Bossi

ROMA – 495 sì contro 88 no. Non erano previsti sgambetti alla Camera per il Governo Monti: imposta la fiducia l’Aula ha confermato una maggioranza altissima. Solo una quindicina di oppositori in più rispetto al voto di insediamento: il gruppo di Di Pietro è ufficialmente all’opposizione insieme alla Lega. I no sono stati 88, contro i 61 del 18 novembre. Nonostante 61 suffragi in meno i 495 sì assicurano al premier la solidità alla sua maggioranza costituitasi per gestire l’emergenza. Stamattina si è votato il via libera alle modifiche al decreto salva-Italia varate in commissione, poi stasera ci sarà il voto finale a Montecitorio, prima di trasferire il provvedimento al Senato.

Alla proclamazione del voto, il presidente di turno della Camera, ha voluto sottolineare l’assenza di esponenti del Governo in aula. Subito si è presentato un sottosegretario, prontamente ringraziato da Maurizio Lupi, seduto sullo scranno di Fini. Il premier Monti interverrà comunque in Aula prima del voto finale oggi pomeriggio alle 19. Lo farà anche sulla scorta delle polemiche innescate dal capogruppo della Lega Marco Reguzzoni. Spiccano le assenze di 61 deputati, in gran parte del Pdl. Non hanno votato la manovra del governo 23 deputati del Pdl, 3 di Fli e 2 del Pd, più 5 del Misto e due di Popolo e Territorio. Quattro gli astenuti, tutti del Pdl (Deborah Bergamini, Giulio Marini, Giuseppe Moles e Giuseppina Castiello). Sei i parlamentari in missione. Tra gli assenti spiccano i nomi degli ex ministri Giulio Tremonti e Paolo Romani, Michela Brambilla.

Dopo il voto Bossi se ne è uscito con una battuta delle sue a proposito dei proiettili inviati in mattinata a Monti, Berlusconi, Bersani e alcune testate giornalistiche: “Sarà stato Napolitano”. Una battuta non si sa quanto sdrammatizzante, alla luce dell’aspra battaglia ingaggiata a Montecitorio durante le dichiarazioni di voto. I deputati leghisti hanno reagito duramente, con insulti e parolacce all’indirizzo di Dario Franceschini. Il capogruppo Pd li aveva accusati di fingere di provenire dalla Luna, quando invece per dieci anni “da bravi soldatini” hanno votato ogni richiesta di Berlusconi.

La Lega ha replicato lo spettacolo inscenato in Aula nei giorni scorsi. Oggi in programma una performance della deputata  Emanuela Munerato. Alzatasi in piedi ha sfoggiato un’inusuale “mise”: “Mi spoglio dei panni di deputato e indosso la divisa di lavoro che ho indossato fino a due giorni prima di entrare qui”. Una maglia arancione e una cuffia bianca in testa, ha proseguito: “Signor Monti, non le sarà capitato spesso di vedere una divisa da operaia, ma questa è la mia rappresenta milioni di lavoratori disgustati da questa manovra”.

 

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