Fini e Tremonti: scambio di baci sul Mezzogiorno, giusto per irritare Berlusconi e Bossi

Pubblicato il 1 Novembre 2009 - 13:39 OLTRE 6 MESI FA

“Stabilire un incremento costante nei prossimi otto-dieci anni per tutte le eccellenze tecnico-scientifiche che si trovano al Sud” è la ricetta, a dire il vero un po’ oscura, del presidente della Camera Gianfranco Fini, esposta nel corso del suo intervento al convegno dei Giovani imprenditori: “La misura sia ovviamente  in ragione delle risorse nazionali”.

Fini ha lanciato  una “proposta” perché si è detto convinto che il “il nostro Mezzogiorno sia una questione nazionale” e che occorra mettere in campo interventi perché si possa dare una chance “concreta” allo sviluppo del Sud, in modo da farne “un polo di eccellenza europea nel Mediterraneo”.

Ha detto Fini: “Faccio una proposta  a Tremonti che è qui presente”, ma anche a tutte le forze politiche sia “quelle di maggioranza che quelle di opposizione”. Secondo il presidente della Camera è importante individuare “nel nostro Sud una piattaforma geografica su cui concentrare buon parte delle nostre risorse per favorire le eccellenze”.

La frase, a essere onesti, è abbastanza incomporensibile. Cosa vuol dire “piattaforma geografica”? Regione, provincia, città? E codsa sono le eccellenze? forse Fini pensava a se stesso, che al Sud certamente viene appellato come “eccellenza”. Chissà.

La risposta del ministro dell’Economia è di quelle che si fanno sentire preso in giro:  “E’ straordinaria, può essere un motore di sviluppo”.  L’unica spiegazione che ci si può dare è che sono parolwe dette per infastidire il primo ministro Silvio Berlusconi, perché non si farebbe onore all’intelligenza di Tremonti a credere che abbia capito cosa volesse dire Fini.

Invece, sentite che tango: “Lo Stato deve fare lo Stato e con Gianfranco non c’é alcun duello ma un dialogo e io condivido quanto ha detto al congresso fondatore del Pdl: opere pubbliche, legalità e ordine: lo Stato deve fare lo Stato, ma il privato  deve poter fare il privato e il pubblico non deve cannibalizzare il pubblico”. Ricordate “Quelli della notte?”.

Poi Tremonti ha anche dimostrato la sua ingratitudine a Bossi”La questione del meridione è una questione nazionale, non regionale. E’ una questione nazionale o non è. Non possiamo accettare che il Paese si divida per una crescente dualita”.

Fini ha colto l’occasione anche per dire altre vacuità che hanno un solo aspetto pratico, quello di irritare Berlusconi.

Tipo: mettere in campo “norme comuni” per aiutare a regolare “l’azione dei governi e lo scambio commerciale e finanziario. Questa è una delle strade da percorrere per costruire un dialogo autentico: “Credo sia arrivato il momento di rilanciare l’intuizione di Sarkozy,  che puntava a coordinare le norme” europee con quelle dei Paesi della sponda Nord del Mediterraneo.

Il Mediterraneo affascinava anche Prodi, che ne fece un punto centrale della politica del suo Governo: tutti dimenticano che sulla sponda Sud c’è il terzo mondo e un paese europeo può guardare il sud come potenziale gregario solo se è solidamente agganciato all’Europa centrale e settentronale: anche perché è là che guardano i paesi nord africani, che a noi ci considerano come dei confratelli menoi abbronzati ma non  superiori, mentre guardano a tedeschi e francesi come ai veri leader dell’Europa.

Sul meridione ha messo subito il cappello anche Remato Schifani, presidente del Senato, che con un comunicato da Roma ha fatto il controcanto a Fini: “E’ dall’inizio della legislatura che sostengo, ogni volta che ne ho avuto l’opportunità, che la questione meridionale ha una rilevanza nazionale e non territoriale. Da tempo sottolineo che se non cresce il Sud non cresce il Paese perché non si può fare a meno della spinta propulsiva e produttiva che una rilevante parte dell’Italia può e deve realizzare, ove messa in condizione di farlo. Occorre quindi che dalla fase dei convegni e dei dibattiti, si passi velocemente all’attuazione di un progetto organico di rilancio del Meridione”.

Conclude Schifani: “Il progetto deve essere attuato attraverso coraggiosi e incisivi interventi sul piano infrastrutturale, economico e produttivo di questo territorio fondamentale per il Paese”.