Chiama il fisco in tutta fretta, c’è un condono che ti aspetta

di Lucio Fero
Pubblicato il 4 Luglio 2011 - 18:38 OLTRE 6 MESI FA

foto Lapresse

ROMA – Chiama il fisco in tutta fretta, c’è un condono che ti aspetta. Ti hanno chiesto fino a 20mila euro di tasse e imposte non pagate? Tu pagane il 10 per cento e la partita si chiude: un condono, proprio come quello del 2002. Un condono per i piccoli e medi contribuenti “distratti”, non per i grandi evasori ma per quelli che hanno in corso una “piccola e media” lite con il fisco, quelle appunto fino a 20mila euro. Quanti sono? Mica pochi, almeno 250mila. Però bisogna sbrigarsi, almeno un po’, per usufruire del condono non andate oltre il primo ottobre.

Perché ottobre? Perché c’era una volta il primo di luglio del 2011, data oltre la quale l’accertamento fiscale diventava “esecutivo”. Cioè se ti arrivava l’accertamento dovevi pagare prima e poi si discuteva. Quel primo luglio è diventato primo ottobre. Gli accertamenti diventano “esecutivi” dal primo ottobre. Chi lo riceve ha 180 giorni di tempo per fare ricorso e ottenere sentenza dai giudici tributari ma fin dal primo giorno deve pagare almeno un terzo della somma richiesta dall’accertamento. Per ottenere che sentenza arrivi in 180 giorni, l’Agenzia delle Entrate doveva sgombrare il tavolo dalle pratiche arretrate e accumulate:appunto quelle 250mila liti tra fisco e contribuenti. E, per “sgombrare”, si è inventata il condono.Dopo questo condono, giurano, la musica cambia e sarà più dura per i “distratti”. Chi ha ricevuto accertamento esecutivo non solo dovrà pagare subito un terzo della somma richiesta ma sarà obbligato, prima di ricorrere al giudice, a cercare una “mediazione” con il fisco. Insomma il ricorso al giudice non sarà un tranquillo rimandare il pagamento all’anno del mai e al giorno del poi.

E’ l’ultimo condono, l’ultimo gesto “dolce” di un fisco che poi userà la mano dura. Così dicono, ed è un dire che si è già sentito, almeno una decina di volte negli ultimi venti anni.