Fli e la “fase due” per diventare vero partito: parte il radicamento sul territorio

Pubblicato il 16 Ottobre 2010 - 19:44 OLTRE 6 MESI FA

Giafranco Fini

Da una operazione politica, nata tra i banchi del Parlamento, al radicamento sul territorio: Futuro e Liberta’ sta passando alla ‘fase due’ del processo di crescita. Il movimento di Gianfranco Fini muove i suoi primi passi verso quel ”nuovo e moderno centrodestra che vuole parlare a tutto il Paese”. Un processo che culminera’ nella nascita del partito a fine gennaio a Milano, ma che gia’ ottiene ”la sua piena legittimazione politica” con la richiesta di un vertice a tre Berlusconi-Fini-Bossi da parte del ministro Calderoli.

In casa Fli, nel frattempo, si lavora al simbolo: ”giovane, elettronico” e probabilmente con un forte richiamo al tricolore; mentre deputati e senatori operano su un ”doppio binario”: quello politico, che viene lasciato a Fini a ai vertici, per ridisegnare i rapporti con maggioranza e opposizione; e quello parlamentare, inaugurato con il vertice dei gruppi di maggioranza della scorsa settimana e che punta ad un maggiore ”coinvolgimento” nelle scelte di governo. Insomma, da un lato l’obiettivo e’ la nascita del nuovo partito ma al contempo non si trascura il lavoro parlamentare. Cosi’ Fini torna a ‘punzecchiare’ Berlusconi sulla giustizia, chiedendo che la politica dimostri che ”la legge e’ uguale per tutti e chi sbaglia paga”.

Nessun esplicito riferimento al premier, ma le parole del presidente della Camera sembrano allargare il divario con il Pdl sul tema. Italo Bocchino non appare entusiasta del vertice a tre proposto da Caleroli, pur rimarcando la possibilita’ di ”incontri tra i capigruppo di Fli, Pdl e Lega per le questioni parlamentari cosi’ come riunioni tra i coordinatori dei tre partiti per discutere i passaggi della legislatura”. ”Siamo un’opzione politica, vogliamo costruire un vero centrodestra”, rivendica Bocchino, sostenendo che ”ci sono due centrodestra: uno con la bava alla bocca che vuole alimentare la contrapposizione e un altro che vuole il dialogo”.

Piu’ conciliante, invece, Silvano Moffa. ”Ben venga un incontro tra Fini, Berlusconi e Bossi nel quale si discuta anche di temi che vanno oltre il programma, come la legge elettorale. Poi c’e’ il Parlamento dove ci si confronta – spiega – ma su temi concreti come il ‘piano di sviluppo’, evocato dal ministro Tremonti”. Per Moffa, ”il programma di governo va aggiornato” perche’ ”i 5 punti di Berlusconi rappresentano le urgenze ma dobbiamo andare anche oltre” e in tal senso ”l’iniziativa di Calderoli puo’ aiutare” purche’ ”il Pdl colga l’occasione”. In questa fase Fli punta a piantare basi solide sul territorio. Fabio Granata ricorda che ”sulle amministrative non c’e’ alcun vincolo con il Pdl ma neanche preclusioni”.

”Certo – aggiunge – se, ad esempio in Campania, ci si deve sedere a trattare con Cosentino il dialogo non puo’ neanche partire. Noi vogliamo rompere un sistema di potere – conclude – e i mezzi devono essere adeguati ai fini”. La ‘road map’ di Fli e’ ben definita. Dopo l’intervento di Fini a Napoli, che ha dato visibilita’ e spazio all’entusiasmo della base, Futuro e Liberta’ punta alla convention di Perugia il 6-7 novembre dove ci sara’ ”la confluenza dell’arcipelago di associazioni e movimenti di opinione organizzati vicini a Fini” per la stesura di una ”prima bozza del manifesto” da presentare ”a gennaio agli italiani”.