Berlusconi mandi Feltri “a dirigere Chi”. La singolare proposta è stata avanzata dal deputato finiano Fabio Granata. L’esponente di Futuro e Libertà ha poi invitato il premier ad andare “a trovare Fini”, scusandosi col presidente della Camera “di tutto”.
Granata prosegue sarcastico: ”Ho letto della sua volontà di recupero dei ‘finiani moderati’ sotto la sua ala magnanima e protettrice. E allora mi ascolti: recuperi anche me”. Il deputato siciliano ha poi chiesto le dimissioni di Dell’Utri, Cosentino e Verdini, che ”non le sono esattamente di grande utilità lungo il difficile percorso di costruzione di una grande forza europea e modernizzatrice”.
Inoltre ha chiesto di ”mettere definitivamente da parte scudi, lodi e leggi ad personam” per difendere ”davanti ai giudici ilo suo onore e la sua sacrosanta volontà di rivendicazione della sua trasparenza”.
Granata continua a incalzare Berlusconi: “Non le chiedo di sostituire i triumviri con Bocchino, Briguglio e Granata perché con questa operazione perderebbe molte colombe finiane. Ma almeno sostituisca gli attuali attraverso un sorteggio tra tutti i parlamentari del Pdl: non potra’ che rilanciare il partito, chiunque venga sorteggiato”.
Granata chiede al premier di “buttare a mare” anche il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone: ”Lo mandi al Grande Fratello e metta al suo posto Mara Carfagna: bella, onesta, di buona famiglia, intelligente”. Il tono è più serio quando Granata, che è anche vicepresidente della Commissione Nazionale Antimafia, invita il premier a proporre ”una riforma della giustizia che velocizzi i processi senza farli andare in prescrizione, dando giustizia sia alle vittime che agli innocenti”.
Ed è serio anche quanto gli chiede di lasciar stare, il 19 luglio, il premio Aznavour e di ”venire con noi in via D’Amelio a ribadire all’Italia chi sono gli eroi senza se e senza ma”. Granata torna poi all’arma dell’ironia con le sue ultime due richieste: quelle di richiamare Kakà e di ridare il Milan a Leonardo per riconquistare ”oltre il falco padre la falchetta Andrea, milanista che non gliele ha mai perdonate”.