Ignazio Marino scrive le sue memorie ai Caraibi

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Agosto 2015 - 09:51 OLTRE 6 MESI FA
Ignazio Marino scrive le sue memorie ai Caraibi

Ignazio Marino scrive le sue memorie ai Caraibi

ROMA – Franco Gabrielli parla esplicitamente di fallimento dello Stato, Roma viene di fatto umiliata dal funerale show di un capo clan (Vittorio Casamonica) e il sindaco Ignazio Marino dove sta? Non c’è. E’ in ferie ai Caraibi a scrivere un libro di memorie come racconta su Repubblica Francesco Merlo.

Ferie lecite, per carità. Sta di fatto che quando è scoppiato il caso il sindaco non ha evidentemente preso in considerazione l’ipotesi di un rientro anticipato dalle vacanze dove, racconta sarcastico Merlo, Marino sarebbe impegnato in una stesura di un libro di memorie.

Il problema è che il “non esserci” di Marino sta diventando una sorta di marchio di fabbrica del primo cittadino. Merlo ricorda alcuni dei casi più caldi avvenuti a Roma negli ultimi mesi. Tutti con un comune denominatore: Marino non c’era:

Per la verità nel novembre del 2014, quando scoppiò la rivolta della periferia di Tor Sapienza contro gli immigrati, il primo cittadino, che nei comizi elettorali aveva promesso di “trasformare Roma nella città dell’accoglienza”, non si accorse di nulla e addirittura l’indomani mattina, mentre infuriava lo scontro, sempre più sconnesso con la realtà volò a Londra (…) E ritirava una laurea ad honorem a Philadelphia nei lunghi giorni di ordinaria follia quando l’intera Roma inseguiva i tre rom che a Primavalle, su un’auto pirata, avevano travolto sette persone e ucciso sul colpo una povera donna. E quando i vigili urbani si diedero tutti insieme malati e scoppiò la rivolta dei certificati falsi, Marino era e rimase a Boston.

L’uomo che non c’era lo definisce Merlo citando un film capolavoro dei fratelli Coen in cui Billy  Bob Thornton, barbiere, incappa in una disgrazia dopo l’altra fino ad un epilogo tragico:

È così irrilevante che ormai anche le sue dimissioni sarebbero insignificanti. Si è perciò nascosto ai Caraibi per scrivere le sue memorie, libro dei sogni e canto del pastore errante. Ignazio Marino potrebbe rubare il titolo al film dei Fratelli Coen: L’uomo che non c’era. È infatti il loser che mai sta dentro la sua vita, “quella vita – dice il Marino del film – che mi ha servito delle carte perdenti o forse non le ho sapute giocare, chissà”. Dunque è drammaticamente ovvio che il sindaco-scrittore non sarà presente neppure giovedì prossimo quando il Consiglio dei ministri parlerà di lui ed esaminerà la monumentale relazione del prefetto Gabrielli, la cartografia e la sinossi di mafia capitale, il caso Roma insomma che, purtroppo, non ha la leggerezza fatua e struggente del caso Marino. Ha detto Renzi ad Orfini: “Il sindaco è l’assente che non si può cacciare”. Speriamo che questa scrittura gli serva almeno come terapia perché davvero somiglia al barbiere di quel film che “non c’era soprattutto quando c’era”.

Almeno adesso nel non esserci Marino ha la scusa dei Caraibi “dove il sole è più sole che qua…”.