Il decalogo di Bagnasco: “Meno odio e più soldi”

Pubblicato il 9 Novembre 2009 - 17:38 OLTRE 6 MESI FA
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Il cardinale Angelo Bagnasco

Secondo il cardinale Angelo Bagnasco in Italia c’è un clima di odio “pericoloso” che attraverso una “conflittualità sistematica” porta a disaffezionarsi verso la nazione: per questo il presidente della Cei ha lanciato un appello al “disarmo” nella vita pubblica.

La situazione è diventata per Bagnasco tanto pesante che “è necessario e urgente svelenire il clima generale”. Il presidente della Cei spera allora che “da una conflittualità sistematica, perseguita con ogni mezzo e a qualunque costo, si passi subito ad un confronto leale per il bene dei cittadini e del Paese intero”. Una buona democrazia prevede infatti “dialettica”, ma in Italia il rischio è che il clima diventi subito “bellicoso”.

Secondo Bagnasco, tra le forze politiche si registra invece “un’aria di sistematica e pregiudiziale contrapposizione, che talora induce a ipotizzare quasi degli atteggiamenti di odio: se così fosse, sarebbe oltremodo ingiusto in sè e pericoloso per la Nazione”. Cosa propone allora Bagnasco? Secondo il prelato serve “una decisa e radicale svolta tanto nelle parole quanto nei comportamenti”. Scuole cattoliche.

Il cardinale passa poi a parlare della situazione della scuola italiana, e si augura che i fondi destinati al sistema dell’istruzione “non statale”, e quindi privata, non siano tagliati nella prossima Finanziaria.

Bagnasco passa quindi alla questione del crocifisso, bandito dalle scuole italiane da una sentenza della Corte di Strasburgo definita “sorprendente” e ”alquanto surreale”. Per l’arcivescovo di Genova, il pronunciamento della Corte europea deve ”fare riflettere su una certa ideologia che non rinuncia a fare capolino nelle circostanze più delicate della vita continentale, quella di un laicismo per cui la neutralità coinciderebbe con l’assenza di valori, mentre la religione sarebbe necessariamente di parte”.

Una ”simile posizione”, ha aggiunto il cardinale, ”oltre ad essere un’impostura, non è mai stata espressa dalla storia e neppure dalla volontà politica degli europei”. “C’è piuttosto – ha osservato ancora Bagnasco – l’obbligo di registrare qui il tentativo di rivalsa che esigue minoranze culturali, servendosi del volto apparentemente impersonale della burocrazia comunitaria, perseguono sulle libere determinazioni dei popoli”.

Poi Bagnasco sottolinea come l’Italia debba tornare a “crescere” sul piano economico, perché la crisi ha scaricato i suoi effetti più devastanti sulle “fasce più deboli” e quindi anche più incapaci di difendersi. In particolare il cardinale auspica che “migliorino le condizioni del nostro Meridione, dei giovani senza garanzie, delle famiglie monoreddito”.

Quindi è il turno dell’argomento immigrazione e ricorda che l’Italia “con la sua esposizione geografica, quasi a ponte tra Nord e Sud del mondo, è chiamato a rinvigorire la propria tradizionale apertura ai popoli africani, aiutandoli anzitutto a promuovere il loro sviluppo interno”. Dunque bisogna trovare “le formule più adeguate per un partenariato in grado di onorare la nostra e altrui dignità”. Da parte della Chiesa, assicura, il dinamismo “ad gentes” resterà un dato qualificante l’intera nostra pastorale”.

Bagnasco ricorda poi le tragedie dell’Abruzzo e di Messina: si tratta di episodi non casuali, visto che questo tipo di calamità “ciclicamente colpiscono il territorio nazionale”. Il cardinale invoca quindi “una disponibilità da parte di tutte le forze politiche a scelte risolutive sulle annose questioni che rendono debole il sistema-Italia”.

Nel rapporto tra la Chiesa e i media, invece, secondo Bagnasco “si annidano alcuni motivi di sofferenza”. Il cardnale sottolinea che “nel corso dei lavori assembleari” i vescovi parleranno dell’immagine della Chiesa “nella sua proiezione mediatica”, ma si astiene dal “fare anticipazioni”. E così i nomi dei successori di Dino Boffo alla guida di Avvenire, Sat 2000e Radio In Blu restano ancora sconosciuti.