Inchiesta “Why not”, 8 condanne e 34 assoluzioni. Il processo inizia il 9 giugno

Pubblicato il 2 Marzo 2010 - 19:49 OLTRE 6 MESI FA

Otto condanne a pene dai quattro mesi ai due anni e 34 assoluzioni. E’ questa in sintesi la sentenza emessa dal giudice per le udienze preliminari, Abigail Mellace, nel processo con rito abbreviato denominato “Why not“. Al termine della requisitoria la procura generale di Catanzaro aveva chiesto la condanna di 22 imputati a pene variabili dai sei mesi a quattro anni e sei mesi e 20 assoluzioni.

Nella sentenza il gup ha ritenuto inesistente il reato di associazione per delinquere e tutti gli imputati ai quali era contestata sono stati assolti. La condanna maggiore, a due anni di reclusione per il reato di abuso, è stata inflitta all’imprenditore ed ex leader della Compagnia delle Opere, Antonio Saladino, che ha rappresentato il principale imputato del processo.

Tutti i condannati, nessuno dei quali ha ruoli politici, hanno ottenuto la sospensione condizionale della pena. Nell’udienza preliminare, invece, il giudice ha disposto il giudizio per 27 indagati e ne ha prosciolti i restanti 28. La Procura generale aveva chiesto il rinvio a giudizio per 47 persone e il proscioglimento degli altri 8. Tutti gli indagati sono stati prosciolti dal reato di associazione per delinquere. La gran parte degli esponenti politici sono stati prosciolti. Per gli indagati rinviati a giudizio il processo inizierà il 9 giugno dinanzi ai giudici del tribunale di Catanzaro.