La Gelmini contro le università online: “Tolleranza zero, serve un cambio di passo”

Pubblicato il 15 Ottobre 2009 - 09:29 OLTRE 6 MESI FA

Maria Stella Gelmini

Sono tanti, costosi, con pochi iscritti e professori non qualificati e quasi mai di ruolo. E la laurea, troppo spesso, è poco più che un gioco da ragazzi. Ora, gli atenei online sono finiti sotto la lente d’ingrandimento del ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelimini  che parla di  tolleranza zero, di «regole certe, affidabili e improntate al rigore», che consentano un «deciso cambio di passo».

Nell’occhio del ciclone ci sono le undici università telematiche, e la facilità, spesso disarmante con cui vengono concessi crediti formativi agli studenti. Colpa anche di un regolamento che, previsto già per la finanziaria del 2003, ancora non è entrato in vigore.

Alla fine, dell’anomalia,  se n’è accorto anche il ministro: «A un primo esame della situazione sulla base di dati già disponibili  non posso fare a meno di rilevare alcune criticità molto rilevanti. Mi attendo spiegazioni dettagliate e proposte di soluzione, per evitare che degenerino in una vera e propria patologia generalizzata».

Perchè le università telematiche, pensate per agevolare gli studenti fuori sede o quelli che, per motivi lavorativi, non possono frequentare le lezioni, sono diventate un’altra cosa: un modo per prendere una laurea con la scorciatoia. Soprattutto grazie ai crediti formativi concessi, con troppa facilità, per ragioni extra studio.

Il risultato è che in tre anni accademici il numero degli iscritti alle università telematiche, che garantiscono lezioni e prenotazioni di esami online e assistenza telefonica o via Internet, è aumentato del 900%. Erano 1.529 nel 2004-2005 e oggi sono quasi 14.000, e rappresentano lo 0,7% degli iscritti totali all’università. Il tutto in un momento in cui, nelle università “classiche” il numero delle immatricolazioni è in calo.