Lega, Bossi a Salvini: “Basta nazionalismo”. E il Capitano lo rottama

di redazione Blitz
Pubblicato il 3 Febbraio 2020 - 20:43 OLTRE 6 MESI FA
Lega, Bossi a Salvini: "Basta nazionalismo". E il Capitano lo rottama

Lega, scontro totale tra Umberto Bossi e Matteo Salvini (nella foto Ansa). Il Capitano rottama il Senatur

ROMA – “Basta nazionalismo”, tuona Umberto Bossi. E Matteo Salvini rottama definitivamente il padre fondatore del suo partito. E’ scontro totale in casa Lega dopo le critiche espresse dal Senatur, in una intervista a Repubblica, demolendo praticamente tutta la svolta impressa dal segretario federale negli ultimi mesi, a partire dal suo punto cardine, la nazionalizzazione del partito e la cancellazione del Nord. 

Matteo Salvini nel mirino anche del suo alleato sovranista: l’iperattivismo diplomatico di Giorgia Meloni, che oggi ha visto Viktor Orban e domani vola nell’America di Trump, stringe il leader leghista in una sorta di tenaglia tra Bruxelles e Washington, che di fatto ne isola la leadership al livello internazionale. Il faccia a faccia Meloni-Orban, alla kermesse romana del “National Conservatism Conference”, cade infatti proprio nel giorno in cui il Ppe, la famiglia europea a cui appartiene il presidente ungherese, ha prolungato la sospensione del suo partito Fidesz. Il programma prevedeva per domani anche l’intervento di Salvini che però diserterà l’appuntamento.

E’ evidente il tentativo di Meloni di offrire una sponda a Orban, agevolando un suo approdo nella famiglia conservatrice. Se l’operazione andrà in porto, la famiglia conservatrice aumenterà il suo peso numerico e quindi politico rispetto al gruppo concorrente, quello radicale in cui si trova la Lega, insieme alla Le Pen.

Ma a colpire duro è soprattutto Umberto Bossi: “Ho aderito al gruppo Lega per Salvini premier per forza di cose – dice al quotidiano la Repubblica – Ma una tessera nazionalista mica fa per me”. Tanti militanti, aggiunge “soffrono perché la Lega ha tolto la parola al Nord”. A suo giudizio un recupero “è possibile”, ma “anche cambiando leadership”.

Sulle ragioni che hanno portato alla vittoria del centrosinistra, Bossi ha le idee chiarissime: “Bonaccini è stato bravo ad agganciarsi per tempo al treno di Lombardia e Veneto, con il progetto del regionalismo differenziato. La Lega nazionalista invece gli ha concesso uno spazio che doveva essere il suo. Come non capire che il popolo emiliano vuole raggiungere il traguardo”.

Caso vuole che Matteo Salvini debba replicare a Bossi da Palermo, nella prima tappa del suo ennesimo giro per l’Italia. E come era prevedibile non arretra di un millimetro: “Rispetto le sue idee ma non cambio le mie. I numeri dicono che non siamo mai stati così forti come adesso nelle regioni del Nord e con grande orgoglio ormai siamo determinanti e presenti al Sud”. Poi va oltre, affonda il colpo, compiendo una sorta di parricidio politico: “Nella Lega non ci sono più padri nobili: i nostri padri nobili sono i 9 milioni di italiani che ci danno il voto”.

Intanto, ad agitare le acque del centrodestra resta il nodo candidature alle prossime regionali, in Puglia come in Campania: nel primo caso Giorgia Meloni ribadisce che Raffaele Fitto sarà il candidato di tutti e che non intende recedere, malgrado le resistenze della Lega. In Campania, invece, la polemica è aperta tutta all’interno di Forza Italia sul nome di Stefano Caldoro. Mara Carfagna chiede una candidatura “più forte e più popolare”. Dura la replica del vicepresidente del partito, Antonio Tajani: “Caldoro è stato indicato da Silvio Berlusconi. Ogni ulteriore discussione su questo argomento non è utile né a Forza Italia né alla coalizione”.

Fonte: Ansa