Lega Nord, ultimatum di Maroni al Pdl: “O Monti o noi”

Pubblicato il 13 Maggio 2012 - 13:50 OLTRE 6 MESI FA

CESENA – L’alleanza fra Lega e Pdl ci potra’ essere ”se entro luglio il Pdl decidesse di togliere il sostegno al governo Monti, se riconosce di aver sbagliato e se si va a votare a ottobre”. Sono le condizioni poste da Roberto Maroni, che ne ha parlato al congresso della Lega Nord Romagna. ”Mi pare pero’ – ha aggiunto – un periodo ipotetico dell’ irrealta”’. Maroni ha anche ribadito che al ballottaggio di domenica prossima non ci sara’ nessun apparentamento con partiti che sostengono il governo, compreso il Pdl.

Il simbolo della Lega ”appartiene al movimento, e’ parte del patrimonio della Lega ed e’ amministrato dal consiglio federale al quale spetta ogni decisione. In questi anni lo abbiamo cambiato, il simbolo evolve”. Roberto Maroni ha commentato cosi’ l’ipotesi circolata in questi giorni di togliere il nome di Bossi dal simbolo della Lega.

”Domani (lunedì 14 maggio) al consiglio federale penso che si dira’ qualcosa”. Con queste parole Roberto Maroni ha risposto a chi gli chiedeva se si candidera’ alla segreteria della Lega. Maroni ne ha parlato a margine del congresso della Lega Nord Romagna. Il congresso della Lega Nord Romagna (dove c’e’ un unico candidato alla segreteria, il deputato, maroniano di ferro, Gianluca Pini) e’ il terzo, dopo quelli di Liguria e Piemonte, poi seguiranno gli altri.

Questi congressi, ha spiegato Maroni, ”serviranno anche per eleggere i delegati al congresso federale dove discuteremo le varie tesi e aggiorneremo la nostra proposta politica e dove sara’ eletto il segretario federale. Dal 2 luglio la Lega e’ pronta per la battaglia, auspicando che il governo venga licenziato come fanno i nostri sindaci con Equitalia e si vada al voto in autunno”.    Il congresso, secondo Maroni, ”servira’ anche per rilanciare l’azione politica, questa pagina, con episodi come quelli della Tanzania e dintorni, e’ chiusa, riguarda la Lega del passato. Ora serve una Lega 2.0 che riparta con una svolta che ci sara’ al congresso federale”.