Liguria: soldi, sgravi, asili, benefit…Solo agli sposati!

di redazione Blitz
Pubblicato il 18 Marzo 2016 - 13:53 OLTRE 6 MESI FA
Liguria, soldi sgravi e benefit ma solo agli sposati

Liguria, soldi sgravi e benefit ma solo agli sposati

GENOVA – Bonus fiscali, vantaggi per mutui e affitti, asili e forniture per la casa…ma solo agli sposati. Per tutti gli altri, c’è tempo un anno per correre all’altare o in Municipio a ritirare regolare certificato di matrimonio. Ma solo se eterosessuali, non sono contemplate le neonate Unioni Civili tra persone dello stesso sesso. Siamo nella Regione Liguria, dove Forza Italia, Fratelli d’Italia, Nuovo Centrodestra e Lega governano insieme sotto la guida di Giovanni Toti.

La stessa Regione che ha dato i natali e poltrona di consigliere a Giovanni De Paoli, quello della frase choc, udita ma sempre smentita, “Se avessi un figlio gay lo brucerei nel forno”. Qui, in completa contraddizione con la legislazione nazionale il centrodestra presenta una proposta di legge per dare una mano a chi vuole mettere su famiglia. Lasciando però ai margini tutti i single, conviventi e neanche a dirlo gli omosessuali.

La proposta di legge ha già iniziato il suo iter in commissione ma è destinata ad affrontare inevitabili polemiche. Perché prevede tutta una serie di misure, bonus, agevolazioni riservate solo a chi è unito nel sacro vincolo del matrimonio. “Per noi la famiglia è quella – dice senza mezzi termini il capogruppo di FdI Matteo Rosso – ed è fatta da uomo e donna”.

Sulla natura discriminatoria del bonus famiglia è insorta Raffaella Paita, capogruppo Pd in Liguria, che afferma:

“Non si può discriminare in base al certificato di matrimonio chi ha bisogno di aiuto – denuncia Paita – Anzi, ci sono tanti giovani che proprio per questioni economiche fanno fatica a sposarsi. In questo modo la Giunta Toti divide i liguri in cittadini di seria A e in cittadini di serie B: se ti sposi ti aiuto, altrimenti ti arrangi. E allora i genitori separati? I single che hanno perso il lavoro o le coppie omosessuali che presto verranno regolate dallo Stato: perché queste persone non sarebbero degne di ricevere un aiuto da parte della Regione?”.

Secondo Paita questa proposta di legge rappresenta un ritorno al passato.

“ci precipita nel medioevo culturale in cui questo centrodestra sembra aver trovato l’unico collante possibile – spiega – Anche perché forse, a leggere cosa sta accadendo in tutta Italia, a Toti & Co. è rimasto solo quello. Il governatore ligure per tenere insieme la propria maggioranza è costretto a fare appello ai valori di conservazione che accomunano tutte le forze che lo sostengono. Un gesto di disperazione che dimostra come questa maggioranza non abbia alcuna visione né del presente né del futuro. Il tanto decantato “modello Liguria” è già finito in frantumi, a dimostrazione che nello scacchiere nazionale del centrodestra le parole di Toti non contano più niente. Anzi, a breve il modello Berlusconi-Salvini arriverà anche da noi. E non basterà mettere il bavaglio sui temi dei diritti per riuscire a sfangarla”.