Litifiba in concerto attaccano Berlusconi e Dell’Utri. L’assessore: “Mai più in Sicilia”

Pubblicato il 16 Agosto 2010 - 21:15 OLTRE 6 MESI FA

I Litfiba concludono il loto tour di reunion fatto di concerti in cui i fan sono andati letteralmente in delirio. Tutti contenti e soddisfatti, come dimostrano i video apparsi su Youtube. Tutti tranne uno. “I Litfiba hanno offeso l’intelligenza dei giovani siciliani, almeno di quelli, e sono proprio tanti, che sanno ascoltare buona musica senza farsi fuorviare da squallidi messaggi populisti e demagogici. Parafrasando una loro canzone, li invito a non alimentare quell’ignoranza che uccide più della fame”. Sono parole dell’assessore alla Cultura e alle politiche giovanili della Provincia di Palermo, Eusebio Dalì, 34 anni, esponente del Pdl-Sicilia di Micciché, che non ha gradito l’esibizione della band nell’unica data siciliana, lo scorso 13 agosto, a Campofelice di Roccella (Palermo).

L’assessore, che era tra il pubblico, accusa in particolare Pelù di aver “lanciato delle invettive contro il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, accusando lui e i suoi più stretti collaboratori di collusione con la mafia, denigrando il popolo siciliano”.

Ecco le parole di Piero Pelù. Il cantante della rock band ha iniziato salutando il “popolo di Trinacria” dando poi il benvenuto al concerto “per gli spiriti liberi, a chi crede che Dell’Utri ci ha rotto il c…, giusto per mettere in chiaro subito le cose”. Ha poi proseguito “per chi è contro i mezzi di distrazione di massa” concludendo con “benvenuti nello stato libero di Litfiba” per lasciare spazio alla musica con “Proib ito”, poi durante la serata, mentre sul palco sfilava una finta bara con la scritta “Gelli”, Pelù ha “commemorato” la “morte della P2”: “Partecipano al suo dolore la mafia siciliana, la ‘ndrangheta calabrese, la camorra napoletana, il vostro conterraneo Marcello Dell’Utri, e naturalmente papi-Silvio Berlusconi. La P2 è morta. Viva la P3!” ha detto Pelù.

“Renzulli e Pelù – scrive Dalì – sono venuti in Sicilia a fare propaganda politica, con la tipica presunzione di chi crede di essere depositario di verità assolute e per questo poter inveire contro tutto e tutti, senza alcun freno inibitorio. L’essere acclamati ogni volta che si apre bocca non giustifica gli eccessi verbali violenti che creano odio e divisioni. A Campofelice di Roccella io c’ero e non mi sembrava di stare a un concerto, bensì a un processo di piazza sommario, a un pubblico linciaggio: è stato sconcertante assistere ai reiterati strali di Pelù, sconfortante vedere tanti giovani lasciarsi passivamente inglobare in una cultura dell’anti, senza senso e senza costrutto”.

La rabbia è tanta e l’assessore non si limita a criticare ma chiede che gruppi come i Litfiba non si esibiscano più nell’isola. “Invito l’incolpevole sindaco Vasta – scrive ancora Dalì, facendo riferimento al Comune di Campofelice che ha patrocinato la serata – e tutti i primi cittadini della Sicilia a non ospitare più artisti che hanno come unico scopo il pontificare, predicare e fare lotta politica, servendosi di quella potentissima arma che è la musica e la sua capacità di penetrare le giovani sensibilità, di formarle o di plagiarle a seconda dei casi”. Infine, conclude rivolgendosi ai Litfiba invitandoli “a chiedere scusa alla Sicilia, ai siciliani che sono per la stragrande maggioranza persone oneste e libere, a fare solo e semplicemente musica, lasciando stare la volgare propaganda, che tocca temi e concetti che di fatto disconoscono”.