Pd, Luigi Zanda a Corradino Mineo: “Non facciamo la fine di Prodi nel 2007”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Giugno 2014 - 19:28 OLTRE 6 MESI FA
Luigi Zanda

Luigi Zanda

ROMA – “Non si ripeta il disastro dell’Ulivo del 2007”, “sono un uomo libero”. Luigi Zanda da una parte, Corradino Mineo dall’altra, si sono lanciati dichiarazioni piuttosto forti per tutto il giorno. Zanda, capogruppo Pd al Senato, sostituirà Mineo in Commissione Affari costituzionali (aula chiava dalla quale passa la riforma del Senato di Renzi), una mossa voluta dal premier per avere un gruppo fidato e compatto. E “l’epurato” Mineo non l’ha presa bene. Venerdì per esempio ha detto cose di questo tenore:

“Certo, se leggo le dichiarazioni di oggi di Zanda… spero che dal Pd se ne vada lui, perché dice corbellerie talmente grosse che non sono accettabili. Se qualcuno pensa di potermi mettere la museruola sbaglia: io sono un uomo libero, non sono un epurato”.

Ma Zanda avverte: meglio evitare pericolosi precedenti. Ed evoca l’Ulivo nel 2007:

“Non rispondo a Mineo. Invece voglio fare una considerazione politica generale sulla necessità di compattezza del gruppo. Sono in Senato da dieci anni ma non so cosa significhi la formula dell’autosospensione. Ricordo bene però l’esperienza dell’Ulivo in Senato quando nel 2007 dodici senatori, dopo mesi di numerose e vivaci espressioni pubbliche di dissenso dal gruppo, decisero di uscirne per formare un nuovo gruppo”. Così il presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda che poi continua: “Non ho mai condiviso quella scelta e ho chiaro il clima politico che determinò e le conseguenze che ebbe. Il governo Prodi – ricorda – morì per mano di Mastella, ma la sua fine fu fortemente preparata dalla nostra debolezza numerica (simile all’attuale) e dal dissenso pressoché quotidiano di un gruppo di senatori dell’Ulivo. Allora – continua – non era all’ordine del giorno la riforma Costituzionale, ma le missioni italiane di pace in aree martoriate del pianeta. L’esito politico fu devastante per il centrosinistra e gli italiani ci punirono alle elezioni successive. Tutto questo non si deve ripetere”, conclude il presidente dei senatori del Pd.