“Tra una cosa e l’altra si è messo in tasca settantamila euro“, gli hanno fatto notare. Il deputato eletto in provincia di Varese tra marzo e agosto, ha restituito appena 190 euro dei benefit ricevuti. Prima del “processo” Catalano si era difeso sostenendo di avere utilizzato i soldi per “aiutare persone a lui vicine”. E fino a questo momento, di fronte alle richieste di restituire i soldi della diaria ha sempre nicchiato. Ma ora ha promesso di espiare le sue colpe e i colleghi, seppur contrariati, gli si sono stretti intorno solidali.

Di certo sono stati più cortesi dei militanti in rete che, venuti a conoscenza della mancata restituzione l’avevano lapidato: “Venduto”, “opportunista”, “vigliacco”. Quello che, in sostanza, Andrea Malaguti, sul quotidiano la Stampa, chiama il “consueto metodo Boffo 2.0 alimentato da una serie di dichiarazioni passate del deputato lombardo non esattamente in sintonia con la linea Grillo-Casaleggio. Aperture al Pd. Solidarietà a Orellana. Attacchi ai responsabili della comunicazione Cinque Stelle”.

Quel che è utile osservare però è che, se la rete non perdona, il Movimento sta invece lentamente scoprendo la pazienza: hanno forse intuito che ogni espulsione si trasforma in un autogol. E per ora il caso Catalano è congelato.

Attenzione, congelato e non archiviato. Gli integralisti 5 stelle hanno capito, dopo gli ultimi mesi, che le espulsioni non pagano, specie in termini mediatici, e hanno deciso di dare tempo a Catalano: se poi il deputato grillino sarà recidivo e continuerà a non restituire i soldi, a quel punto diventerebbe inevitabile l’avvio della procedura di espulsione.