Manovra, slittano multe legate al Pos e tetto contanti. Intesa sul carcere ai grandi evasori

di Lorenzo Briotti
Pubblicato il 22 Ottobre 2019 - 00:50 OLTRE 6 MESI FA

Il premier Giuseppe Conte e Luigi Di Maio (AnsaROMA – C’è un intesa di massima per correggere quelle parti della manovra che riguardano partite Iva, artigiani e commercianti, correzioni chieste a gran voce da Di Maio e da tutto M5s.

L’intesa nella maggioranza è arrivata nella tarda serata di lunedì 21 ottobre durante un vertice che ha seguito gli incontri “bilaterali” tenuti nel pomeriggio dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte e le delegazioni dei singoli partiti che sostengono il Governo: Movimento 5 Stelle, Pd, Italia viva e Leu. Presente accanto a Conte, anche il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri.

Per il carcere ai grandi evasori, l’ipotesi più accreditata è di inserire la norma all’interno del decreto fiscale che dovrebbe essere agganciato alla manovra. Le sanzioni sui pos invece, cominceranno solo dopo l’abattimento delle commissioni legate alle transazioni con le carte di pagamento. Non dovrebbero essere toccate Quota 100 e la rimodulazione per il regime forfettario delle partite Iva. Confermata anche la soglia di 2 mila euro per i pagamenti in contanti nel biennio 2020-2021 che passerà poi a mille euro nel 2022: l’abbassamento inizierà il prossimo luglio, data prevista probabilmente anche per l’entrata in vigore delle multe sui Pos.

Dopo la notizia dell’accordo raggiunto, è arrivato l’immancabile post su Facebook di Luigi Di Maio che ha voluto esprimere tutta la sua soddisfazione: “Ho due buone notizie per imprenditori, commercianti, artigiani e per tutti gli italiani onesti: il carcere ai grandi evasori entra nel decreto fiscale, come aveva chiesto con forza il M5S. E anche la confisca per sproporzione entra nel decreto legge. Le multe sul mancato uso del Pos sono posticipate al luglio del 2020, nell’attesa di un accordo sull’abbassamento dei costi delle commissioni delle carte di credito e dei dispositivi per il pagamento (..) Il M5S non molla mai!”. 

Il ministro degli Esteri prosegue spiegando che “ambedue le norme entreranno in vigore dopo la conversione in legge da parte del Parlamento. D’ora in avanti chi evaderà centinaia e centinaia di migliaia di euro sarà finalmente punito con il carcere. Colpiamo i pesci grossi. Per la prima volta uno Stato forte con i forti e non più forte con i deboli! Uno Stato che non ha più paura e che ritrova il coraggio di lottare contro i colossi! Finalmente tocchiamo gli intoccabili”. 

Poi aggiunge ancora: “Avevamo detto che sarebbe stato ingiusto colpire migliaia di commercianti prima di non aver provveduto ad abbassare i costi delle commissioni bancarie e siamo riusciti a bloccare il provvedimento. Quindi prima si lavora sulle commissioni e poi si ragiona sul resto. Così non criminalizziamo i commercianti e difendiamo migliaia di attività sul territorio nazionale”. 

Capitolo regime forfetttario per le partite Iva. Queste le parole di Di Maio: “Sul regime forfettario per i professionisti siamo al lavoro. Sarà oggetto della discussione nei prossimi giorni.” A quanto pare, si va verso un allentamento della stretta sulla flat tax per le partite Iva. In particolare la maggioranza avrebbe trovato l’intesa per mantenere, per chi ha redditi entro i 65mila euro, il regime pienamente forfettario, senza introdurre il calcolo analitico del reddito. Ma resterebbe ancora da sciogliere il nodo degli altri paletti per l’accesso al regime, a partire dal tetto alle spese per gli investimenti.

Anche il Pd sembra soddisfatto dell’intesa raggiunta. Il capo delegazione Dario Franceschini  spiega infatti che “l’intesa sull’inasprimento delle norme per i grandi evasori adempie al punto 16 del programma di governo e rientra nella strategia di lotta all’evasione centrale per il governo. Il fatto poi che nel decreto fiscale sia previsto che le norme entreranno in vigore non subito ma soltanto al momento della conversione, garantisce il Parlamento sulla possibilità di approfondirne tutti gli effetti e conseguenze”.  

Fonte: Repubblica, Corriere della Sera, Ansa