Mario Monti vola in Asia

MILANO, 25 MAR – Il presidente del Consiglio Mario Monti e' partito da Milano, con l'Airbus del trentunesimo stormo dell'Aeronautica militare , per un lungo viaggio che, dopo una breve tappa notturna in Kazakstan, lo portera' prima a Seul e poi a Tokio e Pechino.

Sette giorni fra Corea del Sud, Giappone e Cina – con breve tappa questa notte in Kazakhstan – per spiegare agli investitori orientali che possono tornare a puntare sulla Penisola. Un viaggio, pero', anche di contatti internazionali con altri leader mondiali, visto che a Seoul ci sara' il Forum sulla Sicurezza Nucleare al quale sono attesi numerosi leader. L'operazione di 'immagine' iniziata nelle piazze finanziarie europee e ripetuta in quelle statunitensi proseguira' dunque in Estremo Oriente dove il governo ritiene vi sia una forte ''domanda di Italia''. Ma la missione avra' anche una forte connotazione diplomatica e multilaterale. In Corea, prima tappa del viaggio, Monti partecipera' alla Conferenza per la Sicurezza del nucleare civile e militare, dove terra' un intervento nel quale esaltera' il know how italiano, grazie alla scuola di formazione di Trieste, centro di eccellenza in materia. Il summit sara' l'occasione anche di alcuni incontri bilaterali, alcuni gia' fissati altri ''on the spot''. Al vertice sono attesi circa 16 capi di Stato e una ventina di capi di governo (presente anche l'indiano Singh). Occasione propizia per premere sui partner del G8 e G20 affinche' si adottino azioni congiunte per stimolare crescita e occupazione. Non si esclude che a Seul Monti possa avere un incontro anche con il premier spagnolo Mariano Rajoy per un definitivo chiarimento a quattr'occhi, che farebbe seguito a quello a distanza di ieri sera tra Roma e Madrid, dopo le affermazioni del Prof, al forum di Cernobbio, sui rischi di un ''contagio spagnolo'' in merito alla crisi economica. Sul fronte bilaterale gli incontri saranno dunque al piu' alto livello: Monti vedra' inoltre il presidente coreano Lee Myung-bak, il premier giapponese Noda e quello cinese Wen Jiabao. tre occasioni per spiegare l'andamento della crisi europea dei debiti sovrani: un po' per rassicurare che il peggio e' passato, un po' per chiarire che la strada per uscire dal tunnel passa per crescita e occupazione. Naturalmente, Monti non manchera' di illustrare quanto fatto dal suo governo sul fronte interno. A cominciare dalle riforme varate. Il suo leit motiv, spiegano a palazzo Chigi, sara' che l'Italia e' parte della soluzione e non piu' un problema, ma e' anche un esempio per altri partner Ue. Stessi concetti che il premier intende ribadire a banchieri, investitori e industriali asiatici. Oltre che ai media, per raggiungere una platea specializzata ma piu' vasta, come dimostra la visita che fara' quotidiano economico Nikkei Shimbun. Il tutto con l'obiettivo di convincere sia le aziende (anche se non sono previste pero' firme di accordi commerciali) che gli investitori finanziari del fatto che il Paese ha cambiato registro e che il i titoli italiani rappresentano un'occasione, non un rischio. Nella speranza che cio' contribuisca a ridurre ulteriormente lo spread. Il medesimo approccio Monti lo avra' in Cina dove' sara' ricevuto dal premier Wen il 31. Il giorno successivo, a margine del Forum for Asia (una sorta di Davos orientale che il Professore avra' l'onore di aprire) in programma a Boao, sull'isola di Hainan, incontrera' il suo vice, Li Keqiang, destinato alla premiership. La tappa nipponica e quella cinese, pero', non saranno solo rose: con Tokyo si discutera' anche della necessita' di maggiori sforzi sul fronte delle liberalizzazioni e degli scambi. Ci sono poi le ben note distanze sulla riforma del Consiglio di Sicurezza dell'Onu.

Con Pechino, invece, i nodi sono altri: dalla contraffazione, alla tutela dei brevetti; passando per la flessibilita' del cambio. Sul fronte dei diritti umani, invece, il Professore sembra avere un approccio molto pragmatico: promuovere le riforme, ma senza forzature perche' – si spiega in ambienti diplomatici – le condanne servono in patria, ma non hanno effetti in Cina. Una politica sintetizzabile nella formula ''dialogo critico''. Con le autorita' cinesi, inoltre, Monti intende sottolineare la necessita' di maggiori risorse al Fmi, per rafforzare i firewall europei anti-speculazione.

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