I veri “duellanti” del Pd: Renzi e D’Alema

di Antonio Sansonetti
Pubblicato il 10 Ottobre 2012 - 14:46 OLTRE 6 MESI FA
Matteo Renzi e Tiziano Renzi sulla copertina di Chi (Ansa)

ROMA – “Se io vinco le primarie non finirà il centrosinistra, ma certamente finirà la carriera parlamentare di Massimo D’Alema”: con questa battuta Matteo Renzi prende gli applausi più convinti nei suoi comizi in giro per l’Italia.

Con questa battuta risponde al presidente del Copasir, che qualche giorno fa aveva dichiarato: “Se vince Renzi morirà il centrosinistra”. E nelle ultime ore ha rilanciato: “Mi ricandido alle politiche solo per fare dispetto a Renzi”. Una delle tante stilettate che D’Alema ha riservato al sindaco di Firenze nell’ultimo periodo. Renzi sarà fervente cattolico ma non così tanto da porgere l’altra guancia. E ormai il duello è più Renzi-D’Alema che Renzi-Bersani.

Certo è raro trovare nello stesso partito due figure così agli antipodi: l’ex comunista e l’ex democristiano. L’ex comunista che a sei anni fece un discorso davanti a Palmiro Togliatti e l’ex democristiano che quando provò a superare per la prima volta i confini mediatici della provincia di Firenze lo fece scrivendo un libro dal titolo “Fra De Gasperi e gli U2”.

Giuseppe D’Alema, padre di Massimo, fu partigiano, funzionario del Pci e deputato dal 1963 al 1983: seggio che lasciò quasi in eredità al figlio. Martino Renzi, padre di Renzo, è due anni più giovane di D’Alema. Passato nella sinistra dc, è stato consigliere comunale e segretario pd a Rignano sull’Arno. Ha trasmesso al figlio la passione per lo scoutismo, la fede cattolica e un posto alla Chil srl, la sua azienda, specializzata in servizi di marketing per l’editoria.

All’età in cui Renzi partecipò come concorrente alla Ruota della Fortuna di Mike Bongiorno, vincendo 48 milioni di lire, D’Alema era entrato alla Normale di Pisa. Scelte di vita che si riflettono nel linguaggio che usano nella vita pubblica: “pop” Renzi, sottile e snob D’Alema.

Massimo D’Alema (LaPresse)

Sarà sottile e snob ma a Renzi non le manda a dire. Iniziò un anno fa con “Renzi è un fenomeno creato dai media”, poi continuò con “Alle primarie prenderebbe voti del Pdl contro il Pd”; “Non è in grado di guidare il Paese”; “Fa parte della nomenklatura sin da piccolo”. Fino alle ultime dichiarazioni, quasi da rissa: “Ho deciso di ricandidarmi per fare un dispetto a Matteo Renzi, il quale ha sbagliato e continua a sbagliare. Si farà del male”.

Renzi aveva iniziato per primo, inaugurando il leit-motiv che D’Alema è “da rottamare”. Dichiarazione datata fine ottobre 2010: “Tra D’Alema e Veltroni è l’ora di finirla con questo derby pluriennale ed è bene che tutti e due vadano a guidare delle Fondazioni e che lascino entrambi il Parlamento appena finirà il loro mandato”.